Politica

I gazebo confermano la scelta Bertolaso «Avanti senza Lega»

Oltre 45mila partecipanti alla consultazione romana. Mister Emergenze: «Improponibile ticket con la Meloni, deve fare la mamma»

Anna Maria GrecoRoma Guido Bertolaso cercava l'investitura popolare per la sua candidatura a sindaco di Roma e l'ha avuta dalle gazebarie. La stima dei partecipanti al referendum in questo week end è di 45-48 mila cittadini della capitale (30mila sabato) e a metà dello spoglio il 96,7 percento avrebbe detto sì alla scelta dell'ex capo della Protezione civile.Che, nella prima conferenza stampa dopo il voto, parla di «situazione critica» della città, tale da chiedere al governo «di dichiarare lo stato di emergenza» e di anticipare il voto tra fine aprile e i primi di maggio.L'«uomo del fare», come l'ha definito Silvio Berlusconi, non voleva che la sua scelta fosse solo dei vertici politici e per tastare il polso dei romani è sceso nelle piazze, con il suo golf blu d'ordinanza. Solo che mentre insisteva nel considerarsi il «candidato del centrodestra, non di un singolo partito», si è girato e alle sue spalle ha trovato solo Forza Italia. Ad abbandonarlo dopo la Lega, sembrano decisi anche gli alleati di Fratelli d'Italia, che potrebbero puntare sulla leader Giorgia Meloni, subito appoggiata da Matteo Salvini.Lui, Bertolaso, a questo punto non molla e per ribadirlo usa un frasario leghista, la metafora della ruspa cara al leader leghista quando parla di campi rom. «Non ho motivi di dovermi fermare - dice - sono i romani che mi spingono a questo punto, non i partiti. E allora vado avanti come una ruspa, fino alla fine». E sull'ipotesi Meloni a FuoriOnda dice: «Giorgia deve fare la mamma, è per lei un momento meraviglioso, non vedo perché si debba costringerla a fare qualcosa che non vuole».Certo, sottolinea il candidato sindaco azzurro, per la consultazione non si può «parlare di un flop» o di imbrogli. I partecipanti al referendum del popolo di centrodestra nei 150 gazebo di Roma, assicurano gli organizzatori, erano più del previsto. Il voto doveva chiudersi alle 13.30 ma si è prolungato perché in alcune piazze la gente era in coda, così anche lo spoglio è andato per le lunghe. Il risultato, annunciano, è «straordinario». Soprattutto, spiega Bertolaso, considerati i «tempi da Protezione civile» in cui sono state organizzate: «3 giorni operativi, quindi 24 ore». Peccato che nel frattempo lo schieramento che doveva sostenerlo si sia disgregato, alla ricorsa dei particolarismi.Mentre i leghisti si sono smarcati già da giorni, sugli alleati di Fdi Bertolaso ha contato fino all'ultimo. «C'è un partito, Fi, - diceva a gazebo ancora aperti - che si è impegnato con maggiore determinazione, ma ce n'è un altro, Fdi, che ha portato molti ragazzi». Il voltafaccia arriva poche ore dopo, una doccia fredda. Sulla stessa linea di quello del Carroccio. «Due mesi fa Salvini mi ha chiamato e mi ha detto Voglio che ti candidi a sindaco di Roma. Io a quella telefonata sono rimasto, non l'ho più sentito», ricorda Bertolaso tra l'amareggiato e l'incredulo. E conclude: «Possiamo anche andare avanti senza Salvini».Sulla Meloni, invece, ha parole di apprezzamento, anche d'affetto. «È stata una convinta sostenitrice della mia candidatura - dice - Ha subito attacchi per avermi accompagnato in questa vicenda. Spero che si possa continuare insieme il percorso». Insiste che ancora la leader di Fdi non ha preso una decisione. Ma l'ipotesi di ticket, con lei sindaco e lui vice, è «improponibile».

Bertolaso è tranchant: «Io ci metto la faccia, non faccio operazioni per conto altri».

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