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I grillini fanno l'en plein Indagati tutti i sindaci

La Appendino si affianca alla Raggi e Nogarin: è la fine delle icone del nuovismo

I grillini fanno l'en plein Indagati tutti i sindaci

Belli, giovani e indagati. Le icone si sono consumate in fretta. Livorno. Roma. Torino. Mancava giusto Chiara Appendino nella compagnia di giro dei sindaci grillini finiti sotto inchiesta. La lacuna è stata colmata: strike. Appendino spegne la prima candelina alla guida del Comune di Torino con l'iscrizione nel registro degli indagati per gli incidenti del 3 giugno: 1526 feriti, un morto, la povera Erika Pioletti schiacciata contro un portone nella calca indescrivibile, una figuraccia internazionale. Superficialità, dilettantismo, la speranza nella buona stella del sindaco a cinque stelle. Mancavano le vie di fuga, mancavano gli accorgimenti necessari per gestire una serata particolare, mancava tutto in piazza San Carlo, il salotto deturpato. È un tonfo di credibilità per la ragazza bene della Torino bene, ora assediata dalla magistratura. Il procuratore di Torino Armando Spataro ha detto che per ora non la interrogherà. Ma l'assedio resta. Esattamente come èer i suoi celebrati colleghi.

Filippo Nogarin, classe 1970, ingegnere aerospaziale, espugna il municipio nel giugno del 2014. La Livorno di Nogarin diventa come la Parma di Pizzarotti, caparra del Paese che sarà. E poi ci sono le suggestioni della storia: qui nacque l'odiato Partito comunista che ha messo radici ovunque e occupato tutti gli spazi possibili. Ora quella dittatura morbida è finita. Il problema è che far bene non è facile anche se ci si muove con le migliori intenzioni. Nogarin inciampa nel buco della Municipalizzata che assicura la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti: la Aamps. I guai li ha combinati in gran parte la giunta precedente, ma l'ingegnere, nel tentativo di mettere mano al disastro, si sporca le mani. Lo indagano per bancarotta fraudolenta, poi Il Tirreno scopre che il menu è molto più ricco: ci sono anche il falso in bilancio e l'abuso d'ufficio. Sull'abuso lui fa fuoco e fiamme, nega sdegnato e il blog di Beppe Grillo comincia addirittura un bombardamento sui livornesi per boicottare il giornale Pinocchio. Bugiardo e inaffidabile.

Passano i mesi e a ottobre scorso, salta fuori che il tanto bistrattato Tirreno non era al centro di un fantomatico complotto ma ci aveva visto giusto. Intanto Nogarin precipita come un meteorite in una classifica sul gradimenti dei sindaci commissionata dal Sole 24 ore a Ipr: era ad un già bassissimo settantasettesimo posto, si ritrova, ad un secondo rilevamento, novantaquattresimo in una classifica desolante.

Nulla al confronto di Virginia Raggi, la giovane avvocatessa alla guida a Roma di una giunta che per mesi ha perso pezzi, assessori, dirigenti come un'auto dopo il crash. Una situazione penosa, dopo le ovazioni dei media internazionali al suo insediamento. Ma i balbettii non bastano. Ecco anche le ombre sul piano della tanto sbandierata trasparenza: Raffaele Marra, uno degli uomini chiave dell'establishment, anzi per molti osservatori una sorta di sindaco ombra, viene arrestato per corruzione. È una mazzata per l'immagine della metropoli che vorrebbe cambiare. E c'entra ancora Marra con due nomine controverse che rischiano ora di travolgere il sindaco: quella del fratello, Renato Marra, e l'altra di Salvatore Romeo. Una vicenda opaca in cui la Raggi è a un passo dalla richiesta di rinvio a giudizio per abuso d'ufficio e falso.

Resisteva giusto la manager sabauda che aveva lavorato anche per la Juventus. Ma la sfida per l'Europa, persa dai bianconeri, non le ha portato bene. Centinaia di feriti nel salotto della città, una ragazza morta dopo una lunga agonia. La sindaca è sotto inchiesta e piace sempre meno ai torinesi: i concittadini che avevano fiducia in lei erano il 64% a settembre, ora sono solo il 45%.

La luna di miele degli italiani con i Cinque stelle finisce qua.

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