Politica

I ladroni del Pd. E Craxi se la ride

Ai tempi di Bettino c'era un sottomondo di imprenditori affaristi. Adesso un sottomondo non basta

I ladroni del Pd. E Craxi se la ride

I mariuoli, i nani e le ballerine, gli affaristi, la nuova classe equestre che vive arrampicata germogliando sul carro del vincitore politico («a me, me piace Matteo Renzi», dice con semplicità ideologica Salvatore Buzzi, «che cazzo vuoi?»), gli appalti, le cooperative, i migranti prezzati come pecore col cartellino da un euro a testa al giorno, le cene con l'obolo obbligatorio, le ville che non si possono acquistare ma solo affittare «sennò te le sequestrano subito», sopraffazioni, sfruttamenti di miniere d'oro pubblico, espressioni spicce e violente perché mirano tutte al sodo e al soldo.

La mia memoria di cronista mi riporta al lontano 1980 quando il ministro andreottiano della Marina mercantile Franco Evangelisti mi confessò: «Qua avemo rubato tutti, dar primo all'ultimo». Sono passati trentacinque anni, da allora e adesso ve lo dico che cosa è cambiato. Facciamo un altro passo indietro: era il 3 luglio del 1992 quando Bettino Craxi pronunciò alla Camera il famoso discorso in cui sfidò tutti i partiti a negare di essersi serviti di denaro illegale. Tutti tacquero e nessuno smentì. Tuttavia Craxi dovette fuggire in Tunisia. Ciò che è cambiato da allora a oggi è l'atteggiamento arrogante dell'ex Pci, oggi Pd, nella pretesa di essere un'organizzazione geneticamente superiore materia di morale: arianesimo etico. Un'invenzione presuntuosa di grande successo di Enrico Berlinguer che riuscì a diffondere la falsa impressione che più si va a sinistra, più cresce il valore ideale e la pulizia morale; mentre, più si va a destra e più si incontra il malaffare, il sudiciume, le tangenti, la volgarità sociale, l'«impresentabilità», la cialtroneria. Per questo razzismo etico quella parte politica è oggi castigata senza pietà, mentre il sindaco di Roma Marino vacilla e il popolo romano, come ai tempi di Cola di Rienzo, si raduna sotto il Campidoglio rumoreggiando e inveendo. Ciò non era mai accaduto prima e oggi sta accadendo.

Oggi il «renziano» Salvatore Buzzi («prima stavo con Bersani e i nostri concorrenti stavano con Renzi») in compagnia del nero Carminati si esprime con un accento da banda della Magliana: «Tu me devi dì chi dovemo assume e me devi dì pure che cosa vuoi in cambio». Traduzione: questa è la politica, io faccio un favore a te e tu fai un favore a me. Ma esiste una qualche forma etica in questo ambiente eco-insostenibile? Certo. Ecco un esempio. Tratto ancora dalle intercettazioni di Buzzi: «Dicevano che Mancini parlava, ma poi Carminati è andato da lui e l'ha rieducato». «Rieducato». Un termine talmente di sinistra da essere maoista. Chissà il nero Carminati che cosa avrà detto a Mancini per fargli comprendere che non si deve parlare? Gli avrà fatto provare l'ebbrezza dell'esercitazione?

Ai tempi di Craxi c'era un sottomondo di imprenditori affaristi. Adesso un sottomondo non basta. Abbiamo un «mondo di sopra», un «mondo di mezzo» e naturalmente un mondo di sotto. Anche la geologia è così semplificata. Non si tratta più di «universi tolkeniani», ma del grande giro romano che vive dentro e intorno il Pd, partito di governo, ma anche di malaffare, nell'amministrazione capitolina e ovunque si possano mungere quattrini barando, forzando le leggi, violando le norme. Tanto, che ce frega? « È meglio sta' in galera sei mesi senza collabborà cor maggistrato, che collabborà e fasse sequestra' tutti i soldi ».

Schiena dritta e borsa piena, dunque, è il vero motto del renziano rampante.

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