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I litigi e le sparate anti Europa ci sono costati 5 miliardi di euro

L'incertezza politica si traduce in interessi extra sul debito Il conto reale: 2,8 miliardi nel 2019, e altri 2,3 nel 2020

I litigi e le sparate anti Europa ci sono costati 5 miliardi di euro

L'incertezza politica ha già avuto un costo per le finanze pubbliche. I mercati hanno penalizzato l'Italia durante i mesi del governo Conte, richiedendo tassi di interesse più alti rispetto a quelli di altri paesi europei. Il Sole24ore ieri ha riportato la stima fatta da un autorevole istituto di ricerca (anonimo) sugli interessi extra pagati dall'Italia dal giugno del 2018, quando si è insediato l'esecutivo giallo verde, fino ad oggi.

Sono più di 5 miliardi. Nel dettaglio, 2,8 miliardi nel 2019 e 2,3 nel 2020. Interessante il metodo utilizzato dal quotidiano economico. I tassi sui titoli di Stato italiani sono confrontati con quelli della Spagna.

Paragone già utilizzato in passato, considerato più attendibile rispetto al classico spread tra Btp decennali italiani e Bund tedeschi.

Per ogni mese sono state prese le varie emissioni di titoli decennali ed è stato calcolato il costo effettivo - non quello stimato - degli intessi. Il dato è stato poi confrontato con quello dei Bonos spagnoli. La differenza tra la spesa per interessi sostenuta dai due paesi rappresenta il costo delle scelte della politica italiana, depurato da influenze esterne e da debolezze strutturali dell'economia.

Dagli esordi della nuova maggioranza (il contratto di governo del maggio del 2018) a oggi i rendimenti dei Btp decennali sono in realtà calati, da 1,92% all'attuale 1,4%. In altri tempi e contesti sarebbe stato un risultato ultra positivo, il segno delle fiducia dei mercati nei confronti dell'Italia. Peccato che nello stesso intervallo di tempo negli altri paesi europei il calo dei rendimenti sia stato molto più marcato. In molti casi i corrispettivi dei nostri Btp sono ceduti a tassi negativi. Nel caso della Spagna nello stesso lasso di tempo i rendimenti dei Bonos sono passati da 1,3% a 0,1%.

Se il confronto fosse stato fatto con altri paesi, ad esempio la Francia che è più simile all'Italia per quanto riguarda l'economia reale e l'andamento dei conti pubblici, il risultato non sarebbe cambiato molto. L'Oat a 10 anni nello stesso periodo è passato dallo 0,6% all'attuale -0,4%. Ben più pesante sarebbe il paragone con il Bund tedesco.

I mercati, più che giudicare le singole mosse del governo Conte, hanno penalizzato l'Italia per i dubbi sull'adesione all'Euro. Il governo non ha fatto passi concreti per uscire dalla moneta unica. Al contrario il ministro dell'Economia Giovanni Tria ha raggiunto per due volte accordi con l'Unione europea, peraltro in modo meno traumatico rispetto ai precedenti esecutivi. Ma gli investitori hanno dato peso alle dichiarazioni anti Bruxelles di ministri ed esponenti della maggioranza.

Il risultato, commenta il quotidiano economico edito da Confindustria, è che il governo si è trovato e si troverà anche il prossimo anno a pagare un costo extra per il servizio del debito e avrà meno risorse da investire in misure per lo sviluppo.

Altro effetto indesiderato, messo in rilievo dal Sole, i rendimenti dei bond pubblici trascinano verso l'alto quelli delle altre obbligazioni. Compresi quelli delle banche e delle imprese. Come dire, la retorica anti euro non colpisce solo le finanze pubbliche, limitando la capacità di spesa dello Stato, ma anche l'economia privata.

Che genera Pil, occupazione ed entrate fiscali.

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