Scienze e Tecnologia

I milioni di Google alla "povera" Wikipedia

L'enciclopedia on line lotta contro il copyright Proprio come il colosso web che la finanzia

I milioni di Google alla "povera" Wikipedia

Il giorno dopo la prima vittoria europea contro le big tech che saccheggiano gratis arte, cultura e giornalismo prodotti in Europa, tra gli europarlamentari che si sono battuti per l'approvazione della direttiva sul copyright c'è soddisfazione ma anche tanti interrogativi sulla pesantissima campagna allarmistica e intimidatoria subita per mesi.

«Perché ad esempio Wikipedia si è spesa così tanto - si chiede l'eurodeputata Silvia Costa del Pd che ha seguito in prima linea la vicenda - visto che la direttiva esplicitamente prevede la non applicazione per le enciclopedie on line?». Gli animatori del sito diventato un gigante mondiale della conoscenza, a più riprese hanno oscurato alcune pagine nazionali, spiegando che lo facevano in nome di una battaglia di principio «contro la censura del web». Lo status di organizzazione volontaristica e no profit ha dato una grande credibilità alla campagna di Wikipedia. Basta però andare a curiosare nell'elenco dei grandi donatori di Wikimedia, la fondazione che gestisce l'enciclopedia, per scoprire un potenziale conflitto di interesse che non è stato mai dichiarato con trasparenza nel corso del lungo scontro politico.

Tra i grandi donatori di Wikipedia compare Google, che tra i giganti del web è il più acerrimo rivale della direttiva, visto che grazie ai contenuti che riproduce gratis attraverso servizi come Google news, guadagna miliardi di introiti pubblicitari. A gennaio, riporta l'edizione americana della rivista Wired, Google ha investito in Wikipedia 3,1 milioni di dollari, l'equivalente di circa 2,8 milioni di euro. Non è il primo contributo arrivato da Mountain View: l'anno scorso Google aveva già versato un milione di dollari. Il conto totale, secondo Wired, sale così a 7,5 milioni di dollari nell'ultimo decennio (6,6 milioni di euro). Nel 2018 anche Amazon ha versato un milione di dollari. E contributi sono arrivati anche da Facebook ed Apple. Tutte aziende che certamente non vedono di buon occhio la direttiva europea sul copyright.

Ma non è solo questione di soldi. La fondazione Wikimedia ha da poco rilanciato i periodici appelli a versare «anche piccole somme» giustificandole come necessarie a evitare la morte di Wikipedia. In realtà la fondazione negli anni ha raccolto cifre imponenti. L'ultimo dato che circola è di 80 milioni di dollari (circa 72 milioni di euro) nel 2015. Ma il rapporto con Google non è solo economico. Cercando il nome di un personaggio, un fatto storico, un luogo su Google, nel 99% dei casi il primo risultato della lista viene proprio da Wikipedia, il che garantisce all'enciclopedia una visibilità enorme. In molti casi un sommario delle informazioni viene visualizzato in grande in un'apposita scheda estratta dall'enciclopedia. Google ha inoltre concesso a Wikipedia l'uso di una serie di propri strumenti tecnologici per la ricerca e la traduzione in lingue, come quelle del subcontinente indiano, in cui l'enciclopedia è ancora poco presente. Wikipedia ha portato una rivoluzione gratuita nella conoscenza.

Ma non significa che da quella rivoluzione altri non abbiano nulla da guadagnare.

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