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I ministri renziani adesso litigano persino sull'Aci

Lotti in difesa dei dipendenti che protestano contro Delrio

I ministri renziani adesso litigano persino sull'Aci

Roma «Gravi problemi occupazionali, prevedibile degrado dei servizi al cittadino, aumento di costi». Sono queste le motivazioni che da settimane stanno spingendo i dipendenti di Aci Informatica a manifestare davanti alla Camera e sotto il ministero delle Infrastrutture (martedì ci sarà un nuovo sit-in) per difendere il proprio posto di lavoro.

La querelle si inserisce in una ventennale battaglia tra due amministrazioni dello Stato: la Motorizzazione e l'Aci. I due istituti gestiscono archivi distinti ma connessi: la prima l'Archivio Nazionale in cui sono contenuti i dati tecnici dei veicoli, il secondo il registro - il Pra - contente le informazioni sulla proprietà dei veicoli. Entro la fine del mese deve essere convertito il decreto legislativo attuativo della riforma Madia che prevede il passaggio dell'archivio del Pra in capo al Centro Elaborazione Dati della Motorizzazione e il «documento unico» con il certificato di proprietà, che dal 1° luglio 2018, verrebbe unificato con la carta di circolazione. Il rischio, però, è che questa operazione produca più svantaggi che vantaggi. Innanzitutto perché la tariffa per rilascio o aggiornamento del documento alla fine dovrebbe essere la stessa, data dalla somma delle due tariffe attuali. Inoltre perché per gestire il Pra (che Aci ha in carico dal 1927) bisognerà fare un bando e spendere soldi, mettendo a rischio gli oltre 500 posti di lavoro di Aci Informatica. «Con Aci i dati rimangono in Italia» spiega Marco Semprini della Cisl, «se invece si procede alla riforma a noi viene tolto il lavoro a favore di una società estera vincitrice del bando che avrebbe in mano dati sensibili italiani. Inoltre non è affatto vero che il doppio archivio è una anomalia italiana visto che questo è vigente anche in Spagna, Portogallo, Irlanda e Belgio».

Sotto traccia, su questa questione, c'è un braccio di ferro in corso tra il ministro dello Sport Luca Lotti - sostenitore dell'Aci tramite il quale ha salvato il Gran Premio di Monza per il quale l'Automobil Club ha sborsato oltre 60 milioni per un triennio - e il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, favorevole al rafforzamento della Motorizzazione, ovvero di una articolazione del proprio ministero.

Una battaglia in cui si inseriscono anche le Regioni - a cui l'Aci garantisce la riscossione del bollo - che tramite la Conferenza Stato-Regioni hanno imposto alcuni emendamenti e si sono schierate accanto all'Automobil Club.

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