Politica

«Ma i nostri lidi sono i più sicuri d'Europa»

L'esperto: «Abbiamo monitoraggi continui e personale attento alla sicurezza»

Anna Maria Greco

«L'allarme della Bild è infondato, nessuna minaccia specifica è stata segnalata dai nostri servizi, né da quelli stranieri. Credo che oggi le spiagge italiane siano tra le più sicure d'Europa. Quindi, basta con le ansie ingiustificate». Antonio Barreca, direttore generale di Federturismo Confindustria, che ha tra i soci Assobalneari Italia, contesta decisamente le notizie del quotidiano tedesco sul rischio di attentati terroristici tra i bagnanti.

«Bild» parla di una pianificazione degli assalti e di kamikaze che si farebbero passare per venditori ambulanti.

«Particolari che non so da dove arrivino. A noi l'intelligence non ha passato alcuna informativa, infatti ora smentisce come che ci sia un quadro del genere. Realisticamente, l'Italia è uno dei Paesi più tranquilli per passarvi le vacanze al mare. Sulle nostre spiagge c'è un sistema di sicurezza capillare, un monitoraggio continuo, che garantisce massima tranquillità e serenità sia ai turisti italiani che stranieri».

Però gli attentati in Tunisia, a Sousse e in Egitto, a Hurgada, dicono che poco si può fare se dei fanatici decidono di attaccare la gente sotto gli ombrelloni.

«Certo. Anche Parigi e Bruxelles insegnano che la protezione totale a valle è impossibile, quello che conta è il controllo e la prevenzione, a monte. L'allerta è alta da noi come in tutt'Europa e non abbassiamo la guardia, certo però non c'è ragione di militarizzare le spiagge. Sappiamo che il settore del turismo è tra quelli presi di mira dai terroristi, come in genere tutti i luoghi affollati, ma sappiamo anche di avere un sistema di stabilimenti balneari unico in Europa, con una storia secolare e grande professionalità. Il nostro personale specializzato è anche attento anche alla sicurezza».

Dice che i bagnini si trasformano in vigilantes?

«Questo no, ma i gestori degli stabilimenti che conoscono ogni centimetro quadrato della spiaggia e spesso il 90 per cento dei frequentatori, possono facilmente individuare e segnalare anomalie alle forze dell'ordine, che già controllano le nostre coste. E loro comincoano a lavorare all'alba, fino a sera».

L'impatto della notizia della «Bild» può essere forte sui tedeschi abituati a frequentare le nostre spiagge.

«La Germania è il nostro primo mercato di riferimento, rappresenta il 40 per cento di quello internazionale e abbiamo eccellenti rapporti. Negli ultimi anni sono arrivati molti russi, ma con il crollo del rublo e i problemi in Ucraina sono diminuiti. Per noi è importante, dunque, che con i tedeschi si mantenga un atteggiamento reciprocamente responsabile. Non credo che un titolo di giornale possa incrinare una fiducia costruita in 50 anni. Abbiamo tanti turisti tedeschi di terza generazione, che tornano dove facevano i bagni da bambini».

Solo la Riviera romagnola o hanno scoperto altro?

«Quella rimane la loro meta preferita, ma sono diventati più curiosi e scelgono anche le spiagge del Sud, rinunciando a un po' di organizzazione per le bellezze naturali».

Che ha cambiato il terrorismo nei flussi turistici estivi?

«Dopo le primavere arabe, da 2 anni circa, instabilità e insicurezza sulle coste dei paesi del Maghreb hanno spinto parte di quei turisti abituali verso Italia, Spagna, Portogallo, Grecia e Turchia, ma insieme è cresciuta la tendenza a preferire il nostro Paese. Un mix di fattori favorevoli per noi.

Dobbiamo capire nei prossimi anni se si consoliderà o se se si tratta di fattori».

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