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I numeri che fanno tremare Trump. Dem avanti nei 69 distretti cruciali

I candidati dell'opposizione in vantaggio al 50% sugli avversari repubblicani (46%). Voto femminile decisivo contro il presidente

I numeri che fanno tremare Trump. Dem avanti nei 69 distretti cruciali

Potrebbero essere le donne le artefici del cambio di maggioranza alla Camera dei Rappresentanti, tra un mese, quando gli Stati Uniti voteranno nelle elezioni di Midterm il 6 novembre. Dopo aver incassato la vittoria sul giudice della Corte Suprema Brett Kanavaugh, accusato di tentata violenza sessuale, e a un anno dalla nascita del movimento anti-molestie #metoo, Donald Trump rischia di essere punito dalle elettrici americane. La previsione è in un sondaggio della Schar School (George Mason University, Virginia) per il Washington Post condotto su un campione di 2672 possibili elettori. Secondo l'indagine, i democratici sarebbero in lieve vantaggio - 50% contro il 46% dei repubblicani - nei 69 distretti (su un totale di 435) in cui la sfida è più serrata. Un margine non molto ampio rispetto al 2016, quando i repubblicani la spuntarono con un vantaggio di 15 punti percentuali, battendo gli avversari 56% a 41%. Ma il divario riguarda proprio quei seggi in bilico decisivi per un'eventuale ribaltone politico alla Camera bassa del Congresso statunitense.

Finora per la maggior parte in mano ai Repubblicani (63) e per una minuscola parte in mano al partito di opposizione (6), basterebbe infatti che i democratici se ne aggiudicassero 23, cioè meno della metà di quelli sondati, per riprendere il controllo dell'Assemblea. E a guidare la rimonta sarebbero proprio le donne, il 54% delle quali annuncia di voler votare democratico contro il 40% degli elettori a favore dei candidati del Gop. Una scelta che si ribalta fra l'elettorato maschile, per il 51% propenso a votare repubblicano e per il 46% democratico. E non si tratta del solo indicatore che potrebbe fare la differenza. Una recente indagine della Public Opinion Strategies, società di sondaggi vicina ai repubblicani, sostiene che per poter tenere la maggioranza alla Camera, Trump avrebbe bisogno di un tasso di approvazione al 45% e persino più alto nei distretti contesi. Il suo è attualmente a quota 43% nei 69 distretti in cui la battaglia sarà accesa, più alto del generico 38% registrato ad agosto da un sondaggio Washington Post-Abc ma pur sempre sotto la soglia considerata necessaria.

Anche stavolta le elezioni di Midterm saranno un mini-referendum sul presidente, con l'elettorato diviso fra i suoi sostenitori (il 91% dei quali voterà repubblicano) e i detrattori (l'88% voterà democratico). E al popolo anti-Trump si è aggiunta in queste ore Taylor Swift, con un feroce attacco al tycoon e al suo razzismo «terrificante e nauseabondo». L'attrice e cantautrice rompe il silenzio e annuncia che voterà democratico in uno degli Stati decisivi, il Tennessee. Lo farà ai danni della candidata repubblicana, Marsha Blackcurn, «nonostante in passato io abbia votato per le donne e intenda continuare a farlo».

«Non posso sostenerla - ha ammesso la star dichiarandosi favorevole alla battaglia per i diritti della comunità Lgbtq e contro il razzismo - Non è pronta a battersi per la dignità di tutti gli americani».

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