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"I Paesi europei non denunciano gli estremisti"

Il vice direttore di Europol: "Non ci comunicano i nomi"

"I Paesi europei non denunciano gli estremisti"

«Gli attentati di Parigi non devono sorprendere: se c'era un posto in Europa dove ci si aspettava che accadesse qualcosa, questa era la Francia». Lo ha affermato il vice direttore di Europol Eugenio Orlandi nel corso di un'audizione al comitato Schengen, sottolineando che dei 152 attacchi terroristici verificatisi in Europa nel 2013, 63 sono avvenuti in Francia, E quasi la metà degli arresti per terrorismo nell'Unione europea - 225 su 535 - è stata effettuata dalle autorità francesi. Nel corso della sua audizione, il rappresentante di Europol ha anche criticato la «ritrosia» dei singoli paesi dell'Ue a fornire informazioni e a inserire nelle banche dati di Schengen ed Europol i nominativi delle persone sospette, soprattutto in materia di terrorismo. Ad esempio il nome di Hayat Boumeddiene, la compagna di Amedy Coulibaly, ha spiegato Orlandi, «non era stato inserito nel database Schengen e il motivo è che le autorità francesi non avevano valutato seriamente il fenomeno». Dunque, quando «la guardia di frontiera dell'aeroporto di Madrid ha visto una persona in partenza, non aveva alcun motivo per fermare questa persona», visto che non aveva alcuna segnalazione. Boumeddiene non era neanche nella banca dati di Europol, come non c'era Coulibaly: se i due nominativi vi fossero stati, ha sottolineato ancora Orlandi, si sarebbe potuto fare il collegamento tra i due e bloccare la ragazza. «Da questa vicenda deriva una lezione - ha concluso - quella che forse, se i paesi inseriscono più dati, usando i sistemi a nostra disposizione si può migliorare lo stato delle cose».

Eppure da parte dell'antiterrorismo di diversi paesi europei c'è «purtroppo una certa ritrosia a fornire informazioni» sui sospettati e molti «pensano di fare intelligence da soli». Dei cosiddetti foreign fighters, circa 5mila europei espatriati, «Europol ha i nominativi di appena 387 soggetti, forniti da soli 4-5 paesi tra cui l'Australia, che non fa parte dell'Ue». E anche l'Italia «ha fornito pochi nomi», per due ragioni dice il vice direttore di Europol: «prima di tutto perchè non possiede un sistema automatico di caricamento di dati e secondo perchè ha un sistema di data privacy più garantista». Secondo i dati del 2013, il nostro paese ha subito 14 attacchi terroristici e arrestato 14 persone, 5 delle quali per terrorismo di matrice religiosa.

L'allerta terrorismo resta alta in tutta Europa. Ieri in Francia, proprio all'indomani di un'imponente manifestazione di protesta contro le vignette di Maometto a Grozny, in Cecenia, cinque cittadini russi sono stati arrestati dalla polizia francese a Beziers, nel sud della Francia. Avevano esplosivo «estremamente pericoloso» e sono «di origine cecena». Il sospetto, che non è ancora una certezza, è che stessero preparando un attentato, la certezza è che avessero materiale esplosivo «estremamente pericoloso».

Intanto, mentre quattro dei dodici fermati per gli appoggi al terrorista Coulibaly vengono messi in stato d'accusa, Parigi continua a celebrare i suoi eroi: ha ricevuto la cittadinanza francese Lassana Bathily, il giovane magazziniere del Mali che ha salvato alcuni clienti del supermercato kosher presi in ostaggio dal terrorista nascondendoli nella cella frigorifera.

E ieri il premier Valls ha fatto un durissimo mea culpa sui mali della società francese ammettendo che c'è in Francia «un'apartheid territoriale, sociale ed etnica» che è uno dei mali della società.

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