Politica

I partigiani gelano il premier «Invito anomalo e parziale»

L'Anpi snobba l'apertura di Renzi al faccia a faccia alla festa dell'Unità: «Non è la soluzione, valuteremo»

Ci ha provato, il premier, a chiuderla con un invito al confronto la polemica che si trascina da giorni con l'Anpi. Ci vediamo, ne parliamo, poi un abbraccio e via. Discorso chiuso, amici come prima. Renzi sperava di finirla così, dilungandosi con l'occasione nello spiegare perché col referendum la «democrazia in Italia non è sotto assedio». Ma il presidente nazionale dell'Anpi, Carlo Smuraglia, l'ha gelato: «Valuteremo».

Tra i partigiani e il presidente del Consiglio, dunque, c'è ancora maretta. Smuraglia è in vacanza e ha fatto sapere che appena rientrerà in Italia, nei prossimi giorni, esaminerà la questione con la segreteria nazionale. E non ha certo fatto i salti di gioia per l'offerta di dialogo ricevuta dal Renzi. «Mi è molto dispiaciuta - ha scritto il premier sulla sua e-news - la polemica per me incomprensibile con l'Anpi rilanciata dai giornali in queste ore. Ho dunque invitato il presidente dell'associazione Smuraglia alla Festa dell'Unità di Bologna o di Reggio Emilia per un confronto pubblico sui contenuti del referendum. Il Pd e il sottoscritto non hanno mai paura del confronto». Un'apertura ritenuta evidentemente tardiva dai partigiani, sul piede di guerra con il Pd da quando l'Anpi ha ricevuto come ogni anno l'invito a partecipare alla festa dell'Unità di Bologna con il divieto, però, di organizzare banchetti o distribuire volantini per il No al referendum costituzionale. Ne è nato un caso, con i partigiani che non hanno affatto gradito il divieto che gli impediva di esprimere le loro idee, sempre più rigidi sulle loro posizioni da quando lo scorso maggio il ministro Maria Elena Boschi se ne uscì dicendo che «i partigiani veri, quelli che hanno combattuto, voteranno Sì alla riforma».

Renzi ora prova a tendere una mano, ribadendo per iscritto quello che aveva già mandato a dire al presidente dell'Anpi domenica durante un'intervista alla Versiliana e invitandolo formalmente alla festa dell'Unità di Bologna o di Reggio Emilia: «Io esporrò le ragioni del sì, lui quelle del no e poi gli italiani voteranno come vorranno». Pace fatta tra i due? Niente affatto, perché Smuraglia ha risposto al premier in maniera non propriamente conciliante: «Va rilevato che il tema della discussione, ossia le modalità della presenza dell'Anpi nei consueti spazi delle Feste dell'Unità, non è stato ancora seriamente affrontato e risolto. L'ipotizzato confronto, a livello nazionale, del tutto anomalo per la sede parziale, per gli interlocutori e per le modalità non definite, non è certamente la soluzione del problema di fondo e verrà comunque valutato nella sua sostanza».

Da Bologna, dove è nato lo scontro tra l'Anpi e i dem, arriva un tentativo di mediazione. «Il Pd di Bologna sarebbe orgoglioso di poter ospitare all'interno della propria festa il dibattito», fanno sapere. Stefano Pedica, del Pd, sollecita Smuraglia ad accettare l'invito di Renzi: «Non c'è nulla di anomalo e davanti a una proposta di dialogo sarebbe sbagliato cercare il pelo nell'uovo. L'Anpi è una componente fondamentale della nostra storia e dell'identità del Pd.

Non si può trascinare all'infinito una polemica inutile».

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