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I passaporti del dopo-Brexit affidati a una ditta europea

Bufera per i nuovi documenti. Un produttore britannico ha perso la gara con uno franco-olandese

I passaporti del dopo-Brexit affidati a una ditta europea

E Brexit sia, ma i passaporti si fanno in Europa. «Business as usual», per gli inglesi gli affari sono affari, con buona pace della bandiera. Ieri si è infatti saputo che il nuovo passaporto britannico, che dopo l'uscita dall'Unione Europea tornerà al blu, il colore originale prima del 1988, sarà probabilmente prodotto dalla ditta franco-olandese Gemalto. A dirla così, vien quasi da ridere. La decisione finale non è ancora ufficiale ma Gemalto sembra si sia assicurata un contratto da 490 milioni di sterline. A dare la notizia alla Bbc, è stato Martin Sutherland, il capo della ditta De La Rue, l'azienda inglese che produce I documenti attuali.

L'Home Office aveva confermato che era stato scelto il vincitore, ma si era limitato a commentare che stava a quest'ultimo decidere se uscire allo scoperto o meno. Chissà, forse le autorità prevedevano che un simile annuncio avrebbe scatenato una ridda di polemiche come effettivamente è stato. I sostenitori di Brexit non l'hanno presa bene. L'idea di affidare la produzione dei nuovi passaporti blu dorati a una ditta francese è stata definita «perversa» e «vergognosa» dall'ex ministro Piri Patel, tanto per citare un paio di aggettivi tra i più educati. Il portavoce dei liberaldemocratici Tom Brake ha dichiarato che «la saga dei passaporti blu sta diventando una vera farsa». «Prima si stabilisce che non dobbiamo lasciare l'Europa per avere il passaporto blu. Adesso veniamo a sapere che verranno stampati da una ditta straniera» ha commentato sarcastico, riferendosi alle regole per gli appalti secondo le quali al governo britannico viene richiesto di tenere aperta la procedura di gara alle ditte europee.

Va detto comunque, che i passaporti inglesi non devono essere fatti nel Paese tanto che anche il 20% di quelli attuali sono comunque prodotti in Europa. La Bbc ha fatto notare ieri che il nuovo contratto potrebbe far risparmiare ai contribuenti tra i 100 e i 120 milioni di sterline e creare una settantina di nuovi posti di lavoro a Fareham e Heywood, nel Lancashire, dove la Gemalto ha delle fabbriche. L'azienda, contattata dalla Bbc, ha fatto sapere di essere al corrente delle polemiche create nel Regno Unito dall'aggiudicamento della gara e ha tentato di gettare acqua sul fuoco. «Siamo nella fase iniziale della procedura ha dichiarato un portavoce e poiché i termini del contratto sono confidenziali, non possiamo rilasciare altri commenti».

Laconica e tecnica anche la risposta del rappresentante dello Home Office che si è limitato a spiegare come Gemalto «abbia di mostrato di essere la migliore, in grado di offrire un prodotto di alta qualità». Matthew Hancock, ministro alla Cultura, ha detto che, benché le regole per gli appalti siano molto chiare, è possibile che possano cambiare dopo la Brexit. «Come vedete ha spiegato uno dei vantaggi di lasciare l'Ue è che saremo in grado di farci dei regolamenti nostri».

Sarà, ma intanto «l'icona dell'identità britannica la fanno i francesi», come ha detto Sutherland avvertendo che chiederà alla premier May di venire nella sua fabbrica a spiegare agli operai i motivi di una simile decisione.

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