Politica

I più produttivi? I leghisti E il Senato batte la Camera

Studio di Openpolis sui parlamentari: a Palazzo Madama si lavora di più. Ma volevano abolirlo...

I più produttivi? I leghisti E il Senato batte la Camera

Intervistato da Alan Friedman per il documentario My Way, Silvio Berlusconi raccontava che arrivato in Parlamento si trovò spiazzato perché, abituato alla cultura aziendale, scoprì che in Parlamento lavoravano in pochi, un centinaio. Ma aveva torto. Secondo il dossier Openpolis, che ogni anno misura la produttività di deputati e senatori, sono di meno.

L'associazione che si è assunta la missione di raccontare in modo oggettivo e trasparente la vita politica del Paese, ha elaborato un indice di produttività che misura non solo la presenza costante alle Camere, ma soprattutto la partecipazione agli atti tipici della vita parlamentare, dalla presentazione di leggi alle interrogazioni. Ne è uscita fuori una scala che va da 0 a poco più di 600. I valori alti, quelli degli stakanovisti del Parlamento, sono superiori a 400. Ma la media è bassissima. Nella fascia alta si classifica solo un pugno di deputati, meno del 6 per cento del totale, e di senatori, il 7 per cento. Ed è la prima sorpresa: al Senato, salvato dal referendum, c'è una percentuale leggermente maggiore di gente che si dà da fare. Il 63 per cento dei deputati è sotto la media del rendimento, contro il 61 dei senatori.

La radiografia di Openpolis dal punto di vista dei gruppi parlamentari, vede più onorevoli sotto media nei grandi partiti. Forza Italia fa peggio di tutti alla Camera, ma recupera posizioni al Senato e così anche il Pd, terzo peggior gruppo a Montecitorio, recupera a Palazzo Madama. I 5 Stelle hanno in generale una discreta produttività, eppure anche loro hanno tanti sotto media. Come spiegare a Grillo ad esempio, come mai al Senato si diano meno da fare dei colleghi del gruppo Misto, nel quale rientrano anche diversi espulsi dal Movimento? Alla Camera invece gli M5s sono davanti al Misto ma dietro anche al raggruppamento Sinistra italiana-Sel. Ma la vera sorpresa di questo particolare aspetto del dossier, è che il gruppo che lavora nettamente di più è la Lega Nord. Il partito padano, quello di «Roma ladrona», del secessionismo e del parlamento del Nord, è l'unico ad avere la maggioranza dei propri membri al di sopra della media di produttività in entrambi i rami del Parlamento. Tra i leghisti spiccano come vere fabbriche di proposte di legge e interrogazioni, Massimiliano Fedriga, Davide Caparini e Nicola Molteni. Ma è messo molto bene in classifica anche Roberto Calderoli: da ministro dava fuoco alle leggi, da parlamentare ne propone di nuove.

Passando in rassegna il dettaglio dei nomi nella classifica, ci sono altre sorprese. A partire dal ruolo di alcuni peones: Donatella Ferranti e Giorgio Pagliari, entrambi del Pd, sono i detentori del primato di stakanovismo, una alla Camera, l'altro al Senato. La maglia nera invece spetta a due esponenti di Forza Italia: Antonio Angelucci e Niccolò Ghedini. Ma tra i meno indaffarati, con un indice di appena 2,7 spicca anche Denis Verdini, il leader di Ala.

Tra i Cinque Stelle se la cava così così Alessandro Di Battista, 348esimo in classifica che, per dire, potrebbe prendere lezioni da Elena Centemero, responsabile scuola di Forza Italia. E nel Pd Monica Cirinnà, pur avendo ottenuto un sacco di punti dall'approvazione della sua legge sulle unioni civili, è molto più in basso in classifica della rivale Paola Binetti, che quella legge l'avrebbe bruciata.

E se è vero che Verdini è in coda, al Senato tra i più secchioni c'è il suo capogruppo Lucio Barani che batte perfino il professor Pietro Ichino. Tra gli anti renziani, che hanno difeso il Senato con il proprio corpo, spicca la scarsa produttività di Pier Luigi Bersani, con appena 33 punti, meno della metà del tesoriere della Fondazione Ds Ugo Sposetti, comunque parecchio basso in classifica. Curioso il caso di Giuseppe Vacciano, il senatore che, lasciati i 5 Stelle, da due anni cerca di dimettersi, ma il Senato vota contro. Eppure la sua produttività è più alta di quella dell'economista Irene Tinagli del Pd. La verità, conferma Openpolis, è che in Parlamento salvo qualche eccezione, per darsi da fare bisogna avere un ruolo nei gruppi o nelle Commissioni. Gli altri restano ai margini.

E il fatto che uno come Verdini, che ha tenuto in piedi Renzi per mesi e mesi, sia così in basso in classifica, conferma che tanta parte della politica non passa per il Parlamento.

Commenti