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I pm chiamano l'indagato Fini e lo torchiano (con riguardo)

Tre ore di interrogatorio in procura generale sugli affari di Tulliani e Corallo. Lui si difende: «Non c'entro nulla»

I pm chiamano l'indagato Fini e lo torchiano (con riguardo)

A lla fine anche Gianfranco Fini sfilò di fronte ai pm. Con anni di ritardo, ritrovatosi indagato per riciclaggio, l'ex presidente della Camera è andato dall'aggiunto Michele Prestipino e dal sostituto Barbara Sargenti a raccontare la sua verità sulla casa di Montecarlo e sui rapporti tra lui, i Tullianos e il re delle slot Francesco Corallo. Anche stavolta, va detto, la procura gli ha riservato un pacchetto di cortesie istituzionali. L'interrogatorio si è tenuto lontano da occhi indiscreti, non a piazzale Clodio ma presso la procura generale. E oltre a Fini, ai suoi avvocati Francesco Caroleo Grimaldi e Michele Sarno e ai due pm capitolini non c'era nessuno. Ma al netto dei «benefit», l'ex leader di An ha vissuto certamente una giornata difficile. Nella prima inchiesta, sette anni fa, all'apice del potere, s'era ritrovato indagato solo lo stesso giorno dell'archiviazione, e in gran segreto. Ora non conta più nulla, è indagato da tempo e ha gli occhi addosso sia degli inquirenti che della pubblica opinione.

Era stato lui a dire di voler essere sentito, dopo che le versioni ufficiali/panzane di sette anni fa erano miseramente crollate di fronte a quanto emerso dall'indagine romana deflagrata a dicembre. Che oltre a provare il ruolo diretto di Elisabetta e non solo di Giancarlo come proprietaria di fatto della casa, ha fatto saltare fuori anche un'email nella quale si sostiene che tra gli ospiti della casetta nel Principato ci sia stato lo stesso Fini. Che aveva sempre negato. I pm, oltre a cercare riscontri alle accuse a Fini lanciate dall'ex deputato di An e amico di Corallo Amedeo Laboccetta, hanno voluto lumi anche sull'altro dubbio al centro dell'inchiesta. Che interesse aveva Corallo a foraggiare i Tullianos, comprandogli case ed erogando bonifici? Era lui, Fini, la persona da «oliare» con quelle attenzioni? E in cambio di cosa? Ma sui temi toccati in quelle lunghissime tre ore di interrogatorio, gli avvocati di Fini restano vaghi. «Siamo soddisfatti, Fini ha respinto ogni addebito, ha denunciato Laboccetta, direi che l'interrogatorio per noi è andato bene», spiega Caroleo Grimaldi, annunciando «forse per domani» un comunicato sull'interrogatorio dello stesso Fini. Che dunque non si è limitato a rendere dichiarazioni, ma ha anche risposto alle domande delle due toghe. Producendo un verbale nel quale lo Scico cercherà nuovi riscontri - o smentite - alle dichiarazioni dell'ex presidente della Camera. I cui spazi di azione, va detto, si sono decisamente contratti. Può continuare a dire di non sapere, ma il gip ha già chiarito di non crederci. E la sua famiglia di adozione, colpita da sequestri per cinque milioni di euro, è per la procura invischiata nell'indagine su Corallo, al centro della quale c'è l'acquisto - pagato da Corallo - della casa di Montecarlo, schermato da società offshore riferibili a Elisabetta e Giancarlo (e pagate anche queste da Corallo). Su Giancarlo pende poi l'ordinanza di arresto, non eseguita in quanto il cognato è volato a Dubai.

È in dirittura d'arrivo la richiesta di estradizione: difficile che gli Emirati Arabi Uniti le diano seguito, ma l'atto «ufficializzerà» il tentativo del cognato di sottrarsi alla giustizia.

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