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D'Alì: "I pm volevano fermarmi ma vado avanti"

Il candidato sindaco azzurro: «Il mio progetto per Trapani funzionerà». E il Cavaliere gli scrive

D'Alì: "I pm volevano fermarmi ma vado avanti"

«Il presidente Berlusconi mi ha rinnovato l'invito ad andare avanti. Del resto, chi meglio di lui può comprendere... certe interferenze dobbiamo metterle in conto».

Il senatore azzurro Antonio D'Alì, il candidato sindaco di Trapani che i pm hanno tentato invano di stoppare, è determinato. Il leader di Forza Italia gli ha appena inviato una lettera aperta di sostegno: «Tonino - scrive il Cavaliere rivolgendosi ai candidati - presenta un programma dettagliato, serio ed ambizioso (meno tasse, più sicurezza, più ordine e pulizia, più cura dei luoghi pubblici) per rendere ancora più bella Trapani, che già ho avuto modo di ammirare proprio insieme a lui, bravo sempre nel promuoverne sviluppo ed opportunità. Andate avanti senza esitazioni con entusiasmo e con passione». Avanti, dunque. Avanti. Anche se per un momento, ricevuta a sorpresa la richiesta della Dda di Palermo di soggiorno obbligato (è stato assolto in primo grado e in appello dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa) due ore dopo aver depositato la candidatura, D'Alì si è fermato. Poi il colloquio con Berlusconi, la solidarietà di Forza Italia, partito del quale è tra i fondatori, persino un comitato cittadino che, nella sua Trapani, è nato per sostenerlo, lo hanno convinto ad andare avanti. «Eccomi vivo e vegeto», ha scritto sul suo sito spiegando il ritorno in pista. E al Giornale racconta: «Sono rimasto assai perplesso, la richiesta del soggiorno obbligato arriva dopo che sono stato assolto per ben due volte. Ho il massimo rispetto delle istituzioni, sono forse l'unico parlamentare che non ha mai chiesto il rinvio delle udienze avvalendosi delle sue prerogative in sei anni di processo, il rito abbreviato più lungo d'Italia. Però non posso non notare la coincidenza di tempi».

E in effetti, la richiesta di misura di prevenzione (si discuterà a luglio) arrivata subito dopo il deposito della candidatura ha sorpreso un po' tutti. Anche per la tempistica: «Sono stato assolto in Appello - dice ancora D'Alì - nel settembre del 2016, le motivazioni sono arrivate a dicembre, il ricorso in Cassazione della procura generale è stato a febbraio. Già è molto singolare che una proposta di questo tipo arrivi sulla base di due sentenze assolutorie. Ma di certo poteva arrivare molto prima, non appena depositata la candidatura».

Ma D'Alì non si ferma, anche se ha un po' riorganizzato la campagna elettorale: «Avevo programmato molti comizi in piazza dice - adesso ho virato sugli incontri mirati, con le categorie e i giovani. Abbiamo elaborato un progetto di sviluppo economico della città molto convincente. E sulla mia candidatura si è registrata una buona convergenza, a cominciare dal Psi». E già stasera D'Alì sarà in piazza col Psi che lo sostiene. Su cinque candidati, a Trapani, l'ipotesi più probabile è il ballottaggio. Ma con la soglia di vittoria al 40% (in virtù della legge siciliana) la vittoria a primo turno non può escludersi.

E D'Alì spera.

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