Treno deragliato a Milano

I politici e il risveglio nel Paese reale

I politici e il risveglio nel Paese reale

Da poche ore nella campagna elettorale ha fatto irruzione un nuovo soggetto. Non è un partito, non è un movimento, non è un leader e non è calcolato in nessun sondaggio scientificamente o eticamente accettabile. Per molti questo soggetto già c'è, ma è nel partito invisibile e potente del nulla, o meglio delle nullità. Io dico che questo soggetto c'è sempre stato ed è in effetti il più importante, ma ora bussa alle porte dei politici impegnati nella corsa al voto. Bussa con la forza dirompente di una tragedia, quella del treno deragliato a Pioltello. Questo soggetto si chiama cittadino, con la c minuscola opposta alla maiuscola di Nullità. Sì perché quei cittadini siamo tutti noi, siamo tutti uguali. Uguali rispetto alla richiesta di diritti inalienabili che chiediamo allo Stato. Il diritto alla nostra sicurezza mentre ci rechiamo al lavoro. Nelle statistiche delle vittime del lavoro sono comprese anche gli incidenti lungo il tragitto, che non sono «un inconveniente» come ieri mattina era scritto nel post di Trenord che annunciava l'interruzione della linea. A me come cronista interessa ragionare sull'«inconveniente» cioè sul morire non casualmente per una bomba ma mentre ti rechi all'alba sul posto di lavoro o di studio in una grande città, Milano, Stazione Porta Garibaldi, orario d'arrivo previsto 7,24. Cioè ragionare su una normalità che avremo il diritto di vivere sereni e tranquilli. Qui non parlo, lo dico per correttezza di colpe, rischio di essere inesatto e precipitoso rispetto alle inchieste che ci saranno. Basta la potenza simbolica del fatto in sé. Ci sono morti e feriti dove non dovrebbero esserci. Ci sono le urla, gli sguardi carichi di angoscia, ci sono le lamiere accartocciate, il fumo, la disperazione di chi ha perso tutto o qualcosa, i racconti di chi ha vinto la lotteria del destino. C'è lo smarrimento indicibile di chi cerca le notizie dei propri cari. Per un cronista televisivo, il sottoscritto, che ha raccontato tante tragedia collettive, la potenza del dolore è nell'immagine, al di là delle differenze dei fatti e del contesto che li rendono unici e diversi tra loro. È la potenza di questa immagine che entra nella campagna elettorale e sbaracca in un attimo le liturgie politiche e le polemiche sui populismi. Perché tutti noi siamo le vittime e i feriti di Pioltello, noi siamo tutti quelli che salgono all'alba su quel treno. Noi siamo per citare altre notizie che non vorremmo mai leggere - la signora Mirella, l'infermiera savonese in pensione morta di tumore perché non ha potuto fare una normale visita di controllo, oppure noi siamo la giovane dottoressa specializzanda inascoltata in sala operatoria, che se avessero seguito la sua intuizione oggi una bambina sarebbe ancora viva. Siamo quelli che non capiamo quando leggiamo che in Italia al sud si vive di meno e che se mi ammalo nel weekend rischio di morire di più perché non ci sono le coperture professionali adeguate.

Beh, cari politici, attenti a questi cittadini, quelli con la c minuscola che ieri erano su quel treno, perché il vostro destino è nelle loro mani.

Commenti