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I presepi messi al bando Ora li vendono solo i cinesi

Nei grandi magazzini così come sulle bancarelle dei mercatini, bambin Gesù e Re Magi sono scomparsi

I presepi messi al bando Ora li vendono solo i cinesi

«Non si trova più la scatola con le statuine del presepe». Statuine disperse chissà dove col trasloco e un presepe orfano dei suoi protagonisti. Scatta subito al ricerca che ad oggi non è ancora terminata del tutto. Ci siamo detti: proviamo ad acquistare nuovamente tutto da capo, Giuseppe, Maria, il bambin Gesù, pastori e Re Magi. Ma niente da fare, non siamo riusciti nell'impresa più semplice: entrare in un negozio, scegliere le statuine e acquistarle.A Milano, di questi tempi, allestire a casa un presepe non è semplice. Prima tappa è piazzale Loreto. Due negozi: il primo è Coin, il secondo, qualche metro più in là un mega shop gestito da cinesi. Nel primo andiamo diretti al piano dove sono esposti gli addobbi e gli accessori per il Natale. Non troviamo nulla. C'è di tutto, ghirlande, palle colorate, sottopentola natalizi, ma niente nemmeno un pastorello o un asinello. Usciamo e proviamo ad andare da Aumai, sempre in piazzale Loreto. Troviamo soltanto qualche pecorella tra gli spremi agrumi. Una coincidenza? Non proprio.Seconda tappa Rinascente in Duomo: sette piani, qualcosa per il presepe ci deve pur essere. Al sesto piano ci sono luci e colori natalizi che presagiscono un'offerta non da poco per chi ha voglia di comprarsi sia l'albero che il presepe. Prima di chiedere informazioni facciamo ben tre giri tra gli scaffali, sembra quasi imbarazzante chiedere a una commessa sotto Natale se abbiano qualcosa per la «capanna». Sconfitti porgiamo la domanda: «Scusi stavamo cercando le statuette per il presepe, saprebbe indicarci dove sono?». La risposta è sconfortante: «Guardate, non ne abbiamo. C'è tutto per l'albero, ma per il presepe davvero non saprei come aiutarvi. Provate a vedere più in là se è rimasto qualcosa, ma non credo». Con scrupolo facciamo il quarto giro tra gli scaffali: andiamo via a mani vuote. A questo punto, ci si sposta verso i mercatini in Darsena. Anche lì niente da fare. Crauti e salamelle, pantofole di lana, ma nulla che abbia a che fare col presepe. Eppure li chiamano «mercatini di Natale». Penultima tappa alla Fiera dell'artigianato. Il nome parla da solo. Niente da fare pure qui: datteri, saponi e candele profumate proliferano, ma solo una natività dalle parti del Tirolo a prezzi astronomici. Giochiamo l'ultima carta: le edizioni San Paolo di piazza Duomo. E lì finalmente troviamo statuette a prezzi contenuti che permettono a chiunque voglia farlo di allestire il nostro vecchio, caro, presepe. Acquistiamo qualcosa e andiamo via. Tornando però ci accorgiamo che in un'edicola sotto casa c'è esposta una confezione con Giuseppe e Maria, una sorta di collana «Fai il tuo presepe» (pezzo per pezzo). Ovviamente per avere tutte le statuine bisogna cominciare a Pasqua ad acquistarle. A questo punto un suggerimento: meglio evitare di andare in giro a cercare nei posti più ovvi le statuine. Non le troverete. E non andate nemmeno nei mercatini natalizi. Ci sono i salami, i formaggi, ma non il bambin Gesù. Meglio cercare nelle poche cartolerie rimaste in periferia o nei nei pochi negozi di oggetti sacri: almeno lì la tradizione cristiana viene esposta su qualche scaffale. Oppure- come abbiamo potuto verificare- in qualche negozietto cinese che ha come core business le pile per orologi e qualche detersivo, spuntano ancora natività complete a pochi euro. Insomma, sembra una caccia al tesoro, il bue e l'asinello sono banditi.

Ultimo, inutile, ossequio, alla prepotenza islamica.

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