Politica

I profughi arrivati con il Papa scelti da una lotteria nel campo

«Virus» rivela: nessuna selezione o controllo, solo un'estrazione a sorte Intanto l'Europa si protegge e dà il via libera alla polizia comunitaria

Francesco De Palo

In molti se lo sono chiesti. In che modo Papa Francesco ha scelto le tre famiglie di profughi che ha portato con sè in Italia da Lesbo? La risposta è arrivata da Virus in onda ieri sera su Rai2. «Abbiamo fatto una lotteria, qui: le 12 persone scelte vengono dalla lotteria. In una scatola erano stati messi tutti i numeri dei container, abbiamo selezionato tre foglietti, in cui c'erano i loro numeri», ha detto all'inviata della trasmissione di Nicola Porro il direttore del campo profughi di Kara Tepe. Nessuna selezione o tantomeno controllo. Soltanto una «scelta» affidata al caso, quindi.

La notizia arriva nel giorno in cui giunge il via libera dai ministri dell'Interno dell'Ue alle guardie di frontiera comunitarie, che potrebbero essere già operative tra agosto e il prossimo settembre. In questo modo si avrà un nuovo strumento dotato di una squadra di intervento «rapido» di guardie costiere composte da almeno 1.500 esperti, con compiti di monitoraggio e sorveglianza attraverso un centro di coordinamento unico. Ora partiranno i negoziati con il Parlamento europeo, dove il voto finale è atteso entro giugno, in tempo per mettere a punto tutti gli aspetti tecnici dell'accordo. «Punto centrale del nuovo sistema è l'istituzione di un ufficio europeo per i rimpatri - spiega il ministro dell'Interno Angelino Alfano - Il rimpatrio diventa l'elemento centrale della strategia europea, e conferma l'approccio comune» della gestione dei flussi dei richiedenti asilo.

Sul tavolo in Lussemburgo anche la riforma del sistema di asilo europeo. Secondo il commissario Ue Dimitris Avramopulos «dobbiamo garantire un sistema efficace e far sì che richiedenti asilo e rifugiati vengano trattati in modo giusto», e indica la prospettiva di garantire percorsi legali e sicuri verso l'Ue. «Non stiamo creando una fortezza», ha poi sottolineato ma è altrettanto chiaro che «Dublino non funziona, dobbiamo trovare nuove idee e c'è il sostegno della maggioranza degli stati membri». È la ragione per cui i ministri hanno anche richiesto che si proceda con più decisione sui ricollocamenti da Italia e Grecia. Secondo il commissario ellenico «sono stati 25 mila i migranti che sono arrivati in Italia fino ad aprile», ma a questo punto l'obiettivo deve essere nel breve periodo il reinsediamento negli stati Ue di 20mila migranti da Italia e Grecia. Anche se guardando ai mancati ricollocamenti di seimila persone previsti entro marzo, a prevalere è un certo pessimismo.

Ma come gestire le politiche dei flussi migratori? Secondo Alfano devono essere finanziate «in modo europeo e comune, non è necessario avere degli Eurobond, purché si abbiano forme di finanziamento comunitarie». La replica di Alfano giunge dopo la risposta della Commissione europea alla proposta italiana di un patto europeo per l'immigrazione, per cui Palazzo Chigi aveva inviato a Bruxelles una lettera in cui proponeva l'emissione di speciali bond Ue, che aveva fatto storcere il naso a Berlino. «Gli Eurobond rappresentano la nostra proposta ha precisato Alfano - Se li troviamo nell'Ue o altrove a noi va bene uguale, l'importante è che si trovino i soldi».

Ma il pensiero va anche alla Libia e alle rotte alternative a quella balcanica, per cui il ministro degli Affari interni, Thomas De Maiziere, ha detto di pensare a uno schema di gestione dei flussi migratori come tra Ue e Turchia. «L'accordo con la Turchia sta funzionando, - ha detto - sta fermando quanti pensano che venire in Europa».

Altro fronte interessante è quello relativo alla registrazione dei passeggeri aerei da e per l'Unione Europea, con i dati custoditi in un unico database per cinque anni (ma in chiaro solo per i primi sei mesi). È la direzione di marcia imboccata dal cosiddetto Pnr (Passengers name record), deciso per implementare la lotta al terrorismo internazionale. Il Consiglio Ue ha detto sì alla proposta che diventerà legge.

Entro due anni gli Stati membri potranno recepirla a livello nazionale con la conseguenza che tutte le compagnie aeree saranno obbligate ad applicarlo.

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