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I radical chic in crisi di visibilità

I radical chic in crisi di visibilità

«Ma che te la sei messa la maglietta rossa?» mi dice una mia amica di sinistra. Lì per lì mica ho capito, ho pensato alla mia collezione di magliette, ne ho molte con Batman, Spiderman, Ironman, di tutte le mie serie televisive preferite, ma rossa quale sarà? Forse Daredevil? Forse Deadpool? «Potevi farti il selfie, almeno quello» ha aggiunto con una vena polemica. Poi ho capito: si riferiva alla maglietta per i migranti. Quella ideata da don Ciotti e che si indossa «contro l'emorragia di umanità», come dice lo slogan.

Che poi, guarda caso, questa maglietta per i migranti è rossa. Non poteva essere verde, perché è leghista. Non poteva essere gialla, perché è cinquestelle. Non poteva essere azzurra, perché è Forza Italia. Non poteva essere trasparente, perché è il Pd.

E però vorrebbero farci credere che è l'hanno inventata rossa per via dell'emorragia. Che ti fa pensare più a una maglietta dell'Avis, e più che i flussi migratori ti vengono in mente i flussi mestruali. E comunque, immediatamente, guarda caso, con questa maglietta rossa si fanno subito fotografare i comunisti: il primo Saviano, seconda la Boldrini, terzi quelli di Liberi e Uguali (sono liberi ma sono uguali, ora anche con la stessa maglietta), e poi tutti gli altri. Pure tutta la redazione di RaiNews, per non passare per stronzi. Ma è rossa così, per caso, sia chiaro. Perché tutti gli altri colori erano presi.

Marx diceva che la storia si ripete sempre due volte, la prima in forma di tragedia, la seconda di farsa. In realtà alla terza diventa una maglietta (il mito di Che Guevara è finito da quando è diventato una maglietta), o meglio ancora un selfie, il trionfo del narcisismo dei buoni sentimenti. Ti fai un selfie con la tua bella maglietta rossa e hai la coscienza pulita. Vivi in bel quartiere, hai la filippina in casa, però ti metti su Instagram con la maglietta rossa e ti senti Gandhi.

Il più bel selfie, bisogna ammettere, è quello di Saviano, chi altri? Con un'espressione seria da pesce lesso naufragato, che se lo vedi ti fa passare la voglia di metterti qualsiasi cosa di rosso per il resto della vita. Ma lui appena deve diventare simbolo di qualcosa è subito in prima fila. Tipo lotta contro la mafia, ci fa un bestseller e poi una serie tv di successo. Magari sta preparando una nuova serie da vendere a Netflix: Magliette rosse. E così diventa il festival del buonismo a buon mercato. Dove vai, se la maglietta rossa non ce l'hai? Sui social si inneggia al popolo delle magliette rosse. Molti l'avranno pure comprata, mica hanno tutti una maglietta rossa. Una maglietta rossa Fruit of The Loom su Amazon costa circa 30 euro, però dipende. Sul sito di Repubblica si invitano i lettori a mandare foto con le magliette rosse, e molti ostentano delle bellissime Lacoste, che possono costare dai 50 ai 100 euro, quei soldi potevano mandarli direttamente in Africa anziché stare a mandare la foto a Repubblica. Però poi chi li vedeva?

Ma d'altra parte pure il Papa che ogni giorno non fa che ripetere che bisogna accogliere chiunque e non chiudere i porti non è che apra le mura del Vaticano, dove con tutte quelle stanze e giardini c'entrerebbero qualche migliaio di migranti. Stai a vedere che sotto la tunica bianca ha una maglietta rossa pure lui.

Come minimo Ralph Lauren.

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