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I soldi promessi alle scuole? Finiranno in tasca ai prof

A luglio il governo aveva annunciato un progetto di rilancio della didattica Invece i fondi per gli studenti serviranno a pagare scatti di anzianità ai docenti

Il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini incontra una scolaresca
Il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini incontra una scolaresca

Roma - Una buona notizia per gli insegnanti, una pessima notizia per le scuole. Non è una contraddizione ma purtroppo qualcosa che somiglia al gioco delle tre carte perché anche questa volta il governo per dare quello che legittimamente spetta ai docenti, ovvero il pagamento degli arretrati e degli scatti di anzianità, va a togliere soldi alle scuole e precisamente al Mof, ovvero al gruzzoletto assegnato ai singoli istituti per il Miglioramento dell'Offerta Formativa. Un fondo che dovrebbe servire a finanziare ad esempio i corsi di recupero per gli studenti in difficoltà. Corsi che già quest'anno molte scuole non hanno organizzato proprio per mancanza di risorse.

Ancora una volta dunque si assiste ad un partita di giro dove i soldi che servono per il funzionamento della scuola vengono tolti dal fondo destinato a far funzionare «meglio» la scuola.

In particolare colpisce poi che a farlo sia lo stesso governo che all'inizo di luglio aveva annunciato un progetto di grande rilancio dell'istruzione pubblica attraverso iniziative forti come quella di tenere le scuole aperte tutto il giorno e lungo tutto l'anno. La domanda che si erano subito posta tutti quelli che lavorano nel mondo della scuola era stata: ma con quali soldi il governo pensa di poter attuare questo progetto?

Visto il tenore dell'accordo firmato ieri tra i sindacati della scuola e l'Aran probabilmente le famiglie dovranno attendere parecchio prima di veder realizzati i grandiosi progetti vagheggiati dal ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, sull'apertura delle scuole di pomeriggio e pure in estate per aiutare i ragazzi in difficoltà.

L'inizio delle lezioni comunque coinciderà con una buona notizia almeno per i docenti e il personale Ata, amministrativi e bidelli. Ieri è stato firmato l'accordo che prevede l'arrivo di aumenti ed arretrati nella busta paga di settembre o al più tardi di ottobre. Soltanto la Flc-Cgil scuola non ha firmato la parte dell'intesa relativa agli scatti perché, appunto, per pagare quelli, denuncia il sindacato, «si dimezza il Mof» che v errà decurtato di 350 milioni di euro.

Massimo Di Menna, segretario generale Uil scuola, assicura che questo sarà l'ultimo accordo «che vede nelle risorse impiegate anche parte del fondo di istituto che ammonta a 642 milioni di euro».L'intesa siglata ieri prevede il pagamento degli scatti di anzianità con decorrenza dal gennaio 2013 per docenti e Ata. A partire dal 2014, spiega Di Menna, si ripristina il meccanismo degli scatti con una crescita stipendiale legata all'anzianità. La Uil calcola che, ad esempio, il collaboratre scolastico che ha acquisito lo scatto di 9 anni nel 1 gennaio 2013 si vedrà pagare un arretrato di circa 2.400 euro , cifra al lordo. Un docente di scuola secondaria con anzianità di 35 anni dal 1 gennaio 2013 prenderà circa 2.800 euro, sempre lordi.

Soddisfatto anche il segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima, che sottolinea come l'accordo abbia tutelato «il salario fondamentale» e come si sia quindi reso necessario «utilizzare per gli scatti una parte delle risorse del fondo d'istituto». Critico invece Marcello Pacifico dell'Anief perché «gli stipendi dei docenti restano comunque sotto la soglia dell'inflazione».

Troppo poche anche le immissioni in ruolo annunciate dal governo: soltanto 28.781 docenti e 4.599 Ata. Per Di Menna in questo modo si lasciano «ancora 10.

000 posti di insegnante scoperti».

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