Politica

I vescovi bocciano le nozze gay ma aprono a omosex e divorziati

Invito all'«accoglienza» anche per chi si risposa dopo una rottura e per le coppie di fatto. Il voto al Sinodo sulla famiglia di ottobre

A ccoglienza per gli omosessuali ma «no» alle nozze gay, aperture per i divorziati risposati, processi gratis per l'annullamento delle nozze, no ad aborto ed eutanasia, attenzione all'ecologia, più spazio alle donne, che possano avere un ruolo nell'educazione dei seminaristi. C'è tutto questo nell'«Instrumentum laboris», il lungo documento presentato ieri in Vaticano e che sarà sottoposto al giudizio di 300 vescovi di tutto il mondo che si ritroveranno a Roma dal 4 al 25 ottobre per il Sinodo sulla Famiglia, alla presenza di Papa Francesco. Il testo arriva dopo le assise straordinarie del 2014 e dopo il questionario inviato a tutte le diocesi del mondo.

Divorziati risposati. Allo scorso Sinodo straordinario sulla famiglia, la possibilità per i divorziati risposati di accedere al sacramento della comunione era stata messa ai voti e non aveva ottenuto la maggioranza qualificata dei due terzi (i «non placet» dei vescovi erano stati 74 contro i 104 «placet»). Nel documento presentato ieri si afferma che su di loro c'è «un comune accordo all'interno dell'Assemblea sull'ipotesi di un itinerario di riconciliazione o via penitenziale, sotto l'autorità del vescovo, verso una loro maggiore integrazione nella vita della comunità cristiana, tenendo conto della diversità delle situazioni di partenza». L'attenzione principale però dev'essere rivolta ai figli di queste coppie: «La Chiesa - si legge sempre nel documento - ha il dovere di chiedere ai coniugi separati e divorziati di trattarsi con rispetto e misericordia, soprattutto per il bene dei figli».

Coppie di fatto. Sull'argomento la proposta ai padri sinodali è che «tutte queste situazioni vanno affrontate in maniera costruttiva, cercando di trasformarle in opportunità di cammino verso la pienezza del matrimonio». Si parla quindi di accoglienza per le coppie di fatto: «Accoglierle e accompagnarle con pazienza e delicatezza - si legge - la scelta della convivenza molto spesso non è motivata da pregiudizi nei confronti dell'unione sacramentale, ma da situazioni culturali contingenti. Da qui può innestarsi un cammino di crescita aperto alla possibilità del matrimonio». «Il problema per me è la giustificazione del rapporto sessuale all'interno di una coppia non sposata in Chiesa - dice al Giornale il cardinal Velasio De Paolis, porporato che già lo scorso ottobre aveva sollevato perplessità su alcune possibili aperture -. Sull'argomento si dovrà discutere e vedere cosa dice il Sinodo, perché il rapporto sessuale si giustifica solo tra coniugi; se mancano queste basi, non ci può essere matrimonio».

Gay. Ampio spazio dell'«Instrumentum laboris» è dedicato all'attenzione pastorale «verso le persone con tendenza omosessuale». Viene aperta una porta all'accoglienza per i gay: «Ogni persona - si legge nel documento - indipendentemente dalla propria tendenza sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con sensibilità e delicatezza, sia nella Chiesa che nella società. Sarebbe auspicabile che i progetti pastorali diocesani riservassero una specifica attenzione all'accompagnamento delle famiglie in cui vivono persone con tendenza omosessuale». Un secco «no» invece per le unioni omosessuali, per le quali si ritiene «inaccettabile che i Pastori della Chiesa subiscano pressioni in materia e che gli organismi internazionali condizionino gli aiuti finanziari ai Paesi poveri per l'introduzione di leggi che istituiscano il «matrimonio fra persone dello stesso sesso». Sull'argomento era intervenuto anche il Segretario di Stato, Pietro Parolin, che aveva definito le nozze gay «una sconfitta per l'umanità». No anche alle semplificazioni sessuali: «È certamente necessario un migliore approfondimento umano e culturale, non solo biologico, della differenza sessuale, nella consapevolezza che la rimozione della differenza è il problema, non la soluzione».

Processi matrimoniali. L'instrumentum, come auspicato più volte da Papa Francesco, propone di «rendere più accessibili e agili, possibilmente gratuite, le procedure per il riconoscimento dei casi di nullità matrimoniale». Nel documento sinodale viene suggerito anche di istituire «nelle diocesi un servizio gratuito di consulenza e mediazione collegati alla pastorale familiare».

Avanza l'idea di elaborare un codice di buona condotta perché, nei matrimoni tra persone di fede differenti, «nessuno sia di otacolo al cammino di fede dell'altro»

Sul tema controverso della riammissione alla comunione per i divorziati risposati civilmente si fa l'ipotesi di un «itinerario di riconciliazione o via penitenziale»

No a «scartare gli inizi e lo stadio terminale» della vita, che è «dono di Dio e mistero che ci trascende». Qui no all'aborto e all'eutanasia e grande enfasi alla «repsonsabilità generativa»

La Chiesa deve accogliere i gay perché «ogni persona, indipendentemente dalla propria tendenza sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con sensibilità e delicatezza»

L'Instrumentum Laboris registra anche «ampio consenso sull'opportunità di rendere più accessibili e agili, possibilmente gratuite, le procedure per la nullità matrimoniale»

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