Cronache

"I video dei clown che ispirano violenza? Miei, e ne sono fiero"

Ecco chi fa i filmati che scatenano aggressioni in tutta Europa. È di Perugia, ha 27 anni. E 200 milioni di visite su internet

"I video dei clown che ispirano violenza? Miei, e ne sono fiero"

Il vero successo del momento è Il ritorno del clown killer , guardato e discusso da 32 milioni di persone. In almeno quattro lingue: sotto il filmato ci sono oltre 14.000 commenti, molti in tedesco, ma anche inglese, francese e italiano. Mica male per una candid camera estrema fatta con mezzi casalinghi. Ci sono diversi video come questo, tutti cliccatissimi su Youtube, e a produrli è un canale del sito web, DmPranks , che è arrivato a 2,5 milioni di iscritti e quasi 200 milioni di visualizzazioni per gli «scherzi horror» a base di agguati notturni a ignari passanti da parte di clown armati di martelli, seghe elettriche o asce. Un successo planetario con un pauroso effetto collaterale: dalla Francia all'Inghilterra nell'ultimo anno si sono registrati centinaia di casi di emulatori, alcuni dei quali finiti con veri pestaggi e rapine e un allarme sociale in prima pagina sui giornali francesi.

La sorpresa è che dietro la Dm Pranks c'è un ragazzo di Perugia il quale, sottraendo sempre più tempo al lavoro nella ditta edile di famiglia, si è inventato una delle più cliccate hit della Rete. Si chiama Matteo Moroni e in questi giorni è assediato da Bbc , Canal Plus e Cnn. «Ma in Italia mi avete scovato solo voi del Giornale».

L'idea a Moroni è venuta guardando altri video in Rete di «esperimenti sociali», un genere ormai diffusissimo che ricorda le candid camera di una volta, ma spesso decisamente estreme. «L'idea del clown mi è venuta perché da piccolo mi aveva veramente impressionato il film tratto da It di Stephen King, allora ho iniziato a travestirmi insieme a un amico e a inventare le situazioni degli agguati, i video li faccio in inglese perché Youtube è più guardato all'estero».

Nei video Moroni indossa un costume con tanto di maschera da clown dal viso deformato in un ghigno mostruoso. Si nasconde in un sottopassaggio, una strada deserta, oppure uno di quei grandi garage che di sera sono spesso deserti, e appena passa qualche malcapitato salta fuori e fa qualcosa di stravagante. Accende una motosega, imbraccia un martellone, da fuoco a un liquido infiammabile, cosparge di un liquido che può sembrare benzina un'auto ferma a un distributore automatico deserto, nel cuore della notte. In qualche video con un martellone spacca la testa a un manichino, facendo schizzare fuori un liquido simile al sangue che prepara da sé nel garage trasformato in laboratorio e studio di montaggio.

Le reazioni delle vittime sono simili le une alle altre: urla di paura e fuga con alle spalle il clown ghignante. Non è mai capitato che reagissero, che qualcuno si arrabbiasse? «Sì, ma alla fine capiscono la situazione, e ci facciamo una risata. La maggior parte poi mi firma la liberatoria per le riprese». Ovvio chiedere se non gli crei problemi l'idea di provocare tanto spavento a qualcuno, ma Moroni fa spallucce: «Mi prendo la responsabilità dei rischi che corro, ma stiamo anche attenti a scegliere le persone: mai ragazze sole o anziani. E ultimamente mettiamo un cartello all'inizio della strada in cui facciamo l'agguato, in cui avvertiamo che ci sono forti campi elettromagnetici che potrebbero disturbare i portatori di pacemaker».

Un rischio che Moroni corre volentieri per portare a casa un successo che non è solo gloria passeggera, ma denaro sonante. «Quanto mi frutta non glielo dico - si trincera - ma è abbastanza per far campare me e i tre, quattro collaboratori che mi danno una mano». C'è il socio con cui è nata la DmPranks , il cugino che è diventato un personaggio aggiuntivo in alcuni video, lo «zio clown» direttamente ispirato al romanzo di Stephen King, («sa ogni tanto bisogna cambiare le situazioni, i soggetti») e un altro paio di ragazzi che aiutano nella logistica e nelle riprese. Resta il tema più spinoso, l'incredibile effetto di emulazione violenta che sta allarmando la polizia in Francia e Inghilterra, ma anche quella dell'Emilia Romagna: «Sì, i carabinieri mi hanno chiamato, ho spiegato che non c'entro niente con gli avvistamenti a Reggio Emilia. Se qualcuno lo fa dopo aver visto i miei video, è affar suo».

Nessun senso di colpa: «Dovreste averli voi giornalisti che diffondete i fenomeni di emulazione, io sono orgoglioso dei miei video, ho imparato tutto da solo e piacciono a tantissima gente, se qualcuno poi commette violenze non è colpa mia». Coscienza pulita dunque, anche se in realtà i giornali parlano del fenomeno solo ora, mentre le violenze vanno avanti da mesi. Moroni taglia corto. E annuncia che sta per firmare un contratto con un produttore di Hollywood. Potenza della Rete.

E debolezza delle menti.

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