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Igor il russo continua a beffare gli investigatori Per catturarlo serve una taglia come nel West

Nella Bassa emiliana tra la popolazione è psicosi, bisogna stanare il «lupo»

Igor il russo continua a beffare gli investigatori Per catturarlo serve una taglia come nel West

L' altra sera, mi è capitato di partecipare ad una cena di beneficenza a Bologna. Ad un certo punto, gli occhi dei commensali seduti al mio tavolo si sono puntati su un cameriere di taglia forte, in alta uniforme e dai modi piuttosto sbrigativi. Una signora ha esclamato quello che tutti abbiamo pensato: «Ma è Igor!». Sembrava proprio Igor Vaclavic, in realtà Norbert Feher, di nazionalità serba, autore di almeno due delitti (le immagini trasmesse ieri sera dal Tg1 ci hanno fatto scoprire un tipo piuttosto grassoccio) nella Bassa emiliana è braccato dalle forze dell'ordine da un mese e mezzo. Alcuni attimi di sbigottimento: un signore si è messo a guardare con attenzione il piatto di risotto allo zafferano, non si sa mai, poi ci siamo messi tutti a ridere e quel brivido di paura è passato.

Un piccolo episodio ma piuttosto significativo perché rende l'idea dell'atmosfera che si vive, in questi giorni, nei dintorni di Bologna, una specie di psicosi collettiva con Igor il russo che è diventato la primula rossa. Davvero un clima di guerra nella paciosa Bassa: ecco perché, a proposito di taglie forti, mi sto chiedendo per quale strana ragione non sia stata ancora emessa dallo Stato una consistente taglia per chi potrebbe fornire notizie ed informazioni utili per la cattura del serbo. Penso, infatti, che Igor potrebbe avere avuto, in queste settimane, conniventi, forse anche costretti dalla paura, e in effetti, non si riesce a comprendere come il ricercato sia sempre sfuggito alla cattura. I residenti, nelle campagne tra Bologna e Ferrara, stanno, così, assistendo ad una vera e propria caccia all'uomo che vede impegnati un migliaio di carabinieri e poliziotti, compresi i reparti speciali dei Cacciatori di Calabria, Tuscania e del Gis. Igor sembra giocare come il gatto con il topo, ma a ruoli invertiti, perché, come è stato rilevato, in questo caso è proprio il topo che si prende gioco del gatto in uniforme.

Come è possibile che Norbert alias Igor sia finora stato capace di evitare tutte le trappole: centinaia di controlli e perquisizioni? Sarà anche stato addestrato alla guerriglia in Serbia e a tutte le arti marziali, ma il fatto di essere uccel di bosco da 45 giorni è al di sopra di qualsiasi immaginazione. Ecco perché in molti pensano che il killer, dopo il secondo delitto, quello della guardia giurata, non si trovi più da queste parti. Chi lo crede all'estero, magari nel suo Paese, chi in qualche sperduto angolo della Penisola. Certo è che, soprattutto nei casolari sperduti del Ferrarese, quando cala la notte (e non solo), si vive con un certo disagio, per non dire paura. Se, in queste ore, la città estense sta vivendo il ritorno della Spal in serie A dopo cinquant'anni e a brindare per la promozione non sono soltanto gli appassionati di calcio, dietro l'aria di festa resta pur sempre l'inquietudine per il «killer» ancora libero. Senza considerare il disagio per gli amici della Polizia e della Benemerita: questa caccia al fantasma si sta rivelando, in effetti, un «boomerang» per tutte le forze dell'ordine.

Ecco perché non capisco per quale ragione non sia stata ancora emessa la benedetta taglia. È vero, non siamo nel Far West, ma vorrei invitare tutti i benpensanti radical-chic, che sono contrari ad un certo tipo di «Wanted», a programmare, in questi giorni, un viaggio nella Bassa emiliana. Si renderanno subito conto come sia palpabile un clima da Ovest selvaggio.

Meglio, dunque, cercare di chiudere la faccenda prima che sia troppo tardi.

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