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"Igor uccise alle nove di sera La legge non cambierà nulla"

La famiglia dell'oste che freddò un ladro e il parallelo con Budrio: se la vittima avesse sparato sarebbe in cella

"Igor uccise alle nove di sera La legge non cambierà nulla"

Dietro la cassa dell'«Osteria dei Amis» ci sono le tazze, le magliette, gli adesivi, tutti con l'hashtag «Io sto con Mario», in vendita per aiutare il padrone di questa trattoria di paese a sostenere le spese legali. Lui, Mario Cattaneo, è in cucina, ai fornelli, tra risotti con la salama e il barbera, involtini, polenta. Il 10 marzo, di notte, entrarono i ladri. Cattaneo dormiva al piano di sopra, venne svegliato dall'allarme e dai rumori, prese il fucile. Finì con uno dei ladri, il rumeno Petre Ungureanu, ucciso da una rosa di pallini. Ora Cattaneo è sotto accusa per omicidio volontario. Se la nuova legge verrà approvata, dovranno assolverlo.

È stato fortunato, Cattaneo. Era notte. E il Parlamento ha deciso che di notte si può sparare... «Di giorno, di notte, cosa cambia? Certo, quel tipo di imprese avvengono soprattutto col buio; ed è chiaro che di notte siamo tutti più vulnerabili, perché veniamo colti nel sonno, alla sprovvista. Ma la verità è che loro, i signori che fanno le leggi, non sanno cosa scatta nella mente di un uomo che si trova in quelle situazioni. Eh, forse solo chi c'è passato può capire davvero».

Il racconto di Cattaneo è fatto di piccoli flash. La sirena dell'allarme che lo sveglia nel cuore della notte. «Poi sentii che i rumori continuavano, non se ne erano andati, continuavano a forzare per entrare». Il rumore di una porta rotta. «Pensai subito a quella lì», e indica la porta che dal ristorante va alle scale, al primo piano: «E su con noi a dormire c'erano i bambini, i due gemelli di appena due mesi, l'altro nipote di due anni e mezzo. Qualcuno può immaginare quale ricordo si sarebbe portato dietro tutta la vita, se i ladri fossero arrivati fino a su». Così Mario prese il fucile. E comunque quello che accadde dopo, ribadisce, «è stato un incidente».

Ora la legge compie un passo avanti, nel riconoscere il suo diritto ad avere difeso, quella notte, non qualche pacchetto di sigarette ma la sicurezza della sua famiglia. E garantisce a chi viene processato e poi assolto la copertura delle spese legali. «Questo è importante - dice Cattaneo - perché le spese sono enormi. Io in teoria avrei diritto al sostegno legale della Regione, ma solo se fossi accusato di eccesso colposo. Invece mi accusano di omicidio volontario». Così per aiutarlo («non è una idea mia, è di una associazione») sono nate le magliette e le tazze che si vendono all'entrata.

Più di questo Mario non dice, perché l'inchiesta è aperta, ed è più saggio aspettare. Ma può parlare il giovane uomo che serve ai tavoli: suo figlio Luca, il padre dei due gemelli, che quella notte scese con lui. Non ha ancora letto i giornali. E solo adesso, dalle domande del cronista, capisce il senso dei messaggini che dal mattino gli arrivano dagli amici: «Di notte si può sparare, di giorno puoi prenderli a parolacce». «Mi sembra tutto un controsenso. Io non sono per il Far West, per la licenza di uccidere. Credo che le persone per bene non abbiano niente da guadagnarci. Ma il diritto a difendersi va tutelato. Che senso ha limitarlo alla notte? E poi chi decide quando comincia la notte? Il tabaccaio di Budrio, quello ammazzato da Igor il Russo, se lo è visto entrare nel locale poco dopo le nove di sera. Le nove non sono ancora notte. Con questa legge non aveva il diritto di usare le armi?».

«La mia impressione - continua Luca Cattaneo - è che anche con questa legge a decidere sarà alla fine il giudice, e il destino di chi si ritroverà imputato dipenderà dal tipo di giudice cui finirà davanti. E magari continueremo all'assurdità che chi spara per difendersi viene accusato di omicidio volontario, mentre chi uccide per rubare, come quelli che hanno ammazzato con una bottigliata Pietro Raccagni a Pontoglio se la cavano con l'omicidio preterintenzionale».

«Insomma - conclude Luca Cattaneo - l'unico passo avanti rischia di essere l'articolo che mette a carico dello Stato le spese legali di chi alla fine viene assolto. Questo è fondamentale. L'altro giorno in televisione hanno intervistato quel signore veneto accusato di omicidio e alla fine assolto.

Ma per difendersi ha speso cinquantamila euro, e quelli non li vedrà più».

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