Economia

Imprese, arriva domani la stangata da 19 miliardi

La Cgia di Mestre: "Le scadenze Ires, Irpef e Irap sono un macigno, si approvi il decreto dignità"

Imprese, arriva domani la stangata da 19 miliardi

Domani è in arrivo una stangata da 19 miliardi di euro per le imprese italiane. L'Ufficio studi della Cgia di Mestre, infatti, ha ricordato che le aziende sono tenute a versare il saldo 2017 e il primo acconto 2018 dell'Ires (9,1 miliardi), mentre i lavoratori autonomi e gli altri percettori di reddito dovranno versare l'Irpef con annesse addizionali regionali e comunali (6,4 miliardi). Inoltre, tutti gli imprenditori saranno chiamati a versare il saldo dell'anno scorso e l'acconto di quest'anno dell'Irap (3,2 miliardi) e l'iscrizione per l'anno 2018 alle Camere di Commercio (500 milioni). Pertanto, nelle casse pubbliche è previsto un gettito complessivo pari a 19,2 miliardi di euro. La stima del gettito tiene conto anche del comportamento fiscale tenuto dagli imprenditori nelle annualità precedenti.

«Sarà un vero e proprio stress test che metterà a dura prova la tenuta finanziaria di tantissime piccole e micro imprese che tradizionalmente sono sottocapitalizzate e a corto di liquidità», ha commentato il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo auspicando che «in tempi ragionevolmente brevi il nuovo governo provveda a tagliare drasticamente le imposte e decida di distribuire su tutto l'arco dell'anno le scadenze fiscali che, invece, continuano irragionevolmente ad essere concentrate in particolar modo a giugno e a novembre».

Quest'anno la normativa fiscale consente comunque di pagare le imposte entro il 20 di agosto, con una maggiorazione dello 0,40% a titolo di interesse. Nel 2018, pertanto, la possibilità di ritardare il versamento può essere fatto pagando 4 euro in più ogni 1.000 dovuti al fisco. Il problema, osserva la Cgia, è anche il peso dell'oppressione fiscale. Al netto delle tariffe applicate dai commercialisti per la tenuta della contabilità aziendale, secondo una indagine realizzata periodicamente dalla Presidenza del Consiglio, il costo della burocrazia fiscale (obblighi dichiarativi, certificazione dei corrispettivi, tenuta dei registri, ecc.) in capo agli imprenditori ammonta a circa 3 miliardi di euro all'anno. «In linea generale - segnala il segretario della Cgia Renato Mason - in nessun altro Paese d'Europa viene richiesto uno sforzo fiscale simile e, nonostante tutto, la fedeltà fiscale delle nostre imprese è, comunque, molto elevata».

Ecco perché gli artigiani mestrini ripongonomolte aspettative nel decreto dignità, che dovrebbe essere approvato all'inizio della prossima settimana: comporterà per le imprese minori spese annue pari a poco più di un miliardo di euro. Secondo le stime dell'Ufficio studi della Cgia, la cancellazione degli studi di settore porterà un beneficio di 820 milioni. Si tratta, però, di un vantaggio «potenziale» correlato all'impatto economico dei nuovi indici sintetici di affidabilità fiscale. Dall'eliminazione dello split payment, invece, dovrebbe derivare un risparmio di circa 200 milioni e altri 45 milioni verranno dalla cancellazione del redditometro.

Le tasse continuano a essere l'unica certezza.

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