Politica

Incatena al letto il figlio senza cibo per punizione

Stefano Vladovich

Roma Incatenato mani e piedi, lasciato due giorni senza mangiare e bere. Chiuso in una stanza, legato al letto, il 17enne si libera e chiede aiuto. Trascina il divano su cui il padre-padrone ha chiuso il lucchetto, arriva alla finestra, riesce ad aprire un armadietto e ad afferrare una lima con i denti. Dopo un'ora si libera le mani e esce sul balcone per chiedere aiuto. Quando i carabinieri arrivano dalla vicina non credono ai loro occhi. Terrorizzato e sanguinante il ragazzo ha ancora le caviglie bloccate da una lunga catena. «È stato papà - racconta - mi ha punito perché sono scappato di casa».

Una storia che ha davvero dell'incredibile quella accaduta nella cittadina nord della capitale. Quella di Christian è una famiglia normale. Almeno all'apparenza. Il padre, 38 anni, romeno, ben integrato nella comunità dove gestisce un'impresa edile. La mamma, casalinga, non riesce a tener testa al marito. Spesso l'uomo la picchia anche davanti al ragazzo. Martedì il capofamiglia affida al figlio un lavoretto in giardino. Quando torna, a pranzo, va su tutte le furie. Il 17enne non ha fatto le cose come vuole lui, come si era raccomandato di fare. La prima reazione sono insulti e parolacce. Poi le botte. Il ragazzo per tutta risposta fugge via. «Per tre giorni ha dormito sulle panchine della stazione di Santa Marinella, di giorno andava a Roma e si metteva in fila alla Caritas per un pasto caldo», raccontano i carabinieri. Venerdì l'epilogo quando il padre lo trova e lo riporta a casa. Sono schiaffi, insulti e minacce. Infine la punizione. «Tu non esci più da questa porta», urla mentre gli avvolge una catena attorno alle gambe. E per due giorni e due notti il 17enne non vede luce. Niente acqua e cibo. La madre riesce a parlargli solo attraverso la porta chiusa a chiave. «Maltratta anche lei», racconta il ragazzo ai militari. A mettere la parola fine a tutto ciò l'intervento dei carabinieri. «Dopo avere rotto la catena abbiamo chiamato il 118 - spiegano -. Per arrivare alla finestra si è anche provocato delle ferite. Lo abbiamo trovato in un grave strato di prostrazione fisica e psicologica». Allertati i servizi sociali e il Tribunale per i Minori di Roma, per l'uomo sono scattate le manette e il carcere. Le accuse vanno dal sequestro di persona ai maltrattamenti in famiglia. Secondo gli inquirenti, le violenze fra le pareti domestiche andavano avanti da tempo. Vittime sia la moglie del muratore che il loro unico figlio. La donna era a dir poco terrorizzata.

Impotente di fronte alla paura di essere picchiata ancora una volta dal marito: «Se lo avessi liberato mi avrebbe massacrata di botte».

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