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Incentivi per sostituire l'automobile e zero tasse per quella più economica

Malumori Fca: alla finestra per gli investimenti sul territorio

Incentivi per sostituire l'automobile e zero tasse per quella più economica

Il malus eliminato dai modelli di auto più economici, ma c'è chi parla anche di cancellazione totale; niente bonus ai veicoli più costosi, anche se dotati di motori ibridi o elettrici (creazione di una soglia nei listini per ricevere il contributo); l'ipotesi di una nuova rottamazione allo scopo di favorire il rapido svecchiamento del parco auto italiano; la possibile revisione delle date d'introduzione del piano incentivi, nella prima formulazione prevista a partire dall'1 gennaio 2019.

Potrebbe essere questo lo «schema bis» che il governo si appresta ad annunciare e mirato a favorire una mobilità più sostenibile attraverso il sostegno all'acquisto di vetture con motori a zero o basse emissioni. La prima versione del provvedimento è stata bocciata senza mezzi termini dal settore, in quanto giudicata penalizzante per la filiera, nonché inutile. Da qui la revisione della norma, che tra l'altro ha diviso le due anime del governo gialloverde, e il testo modificato che il vicepremier Luigi Di Maio dovrebbe presentare ufficialmente oggi al ministero dello Sviluppo economico a un folto «Tavolo auto». Alla riunione, oltre a Di Maio, in qualità di ministro dello Sviluppo e del Lavoro, ci saranno le associazioni della filiera (le stesse che hanno protestato con forza nei giorni scorsi), alcuni costruttori, le organizzazioni dei consumatori e altre realtà. Dalle singole Case, finora, non sono arrivati commenti ufficiali anche se, nel caso di Fca, che ha appena presentato il piano investimenti per il Paese, le recenti affermazioni di Anfia (associazione che rappresenta la filiera italiana) e anche dei sindacati, farebbero trasparire in modo indiretto il disappunto del Lingotto. La prima formulazione del piano incentivi, che a esempio prevede un costo di 400 euro in più per la Fiat Panda 1.2, sarebbe suonata infatti come «tradimento» dopo le rassicurazioni sul futuro degli impianti italiani: l'investimento di 5 miliardi al 2021. Un segnale però c'è: Fca potrebbe decidere di rinviare la partecipazione al Consiglio regionale «aperto» di domani a Torino, in attesa di novità da Roma.

All'ordine del giorno gli investimenti sul territorio.

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