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Inchiesta Russiagate dossier chiuso senza nuove accuse

Inchiesta Russiagate dossier chiuso senza nuove accuse

Non ci saranno nuove incriminazioni nell'inchiesta sul Russiagate. L'indagine sulle presunte interferenze di Mosca nelle elezioni presidenziali del 2016, che ha gettato ombre sull'amministrazione Usa e sul presidente Donald Trump, è giunta alla sua conclusione dopo quasi due anni.

Il procuratore speciale Robert Mueller ha consegnato al segretario alla Giustizia William Barr il dossier, e il ministero potrebbe a sua volta comunicare già nel fine settimana al Congresso le conclusioni più importanti. Ora sarà Barr a dover decidere quanto del rapporto condividere con Capitol Hill e quanto rendere pubblico, mentre la Camera nei giorni scorsi ha votato una risoluzione con cui chiede che il rapporto sia reso noto.

Intanto un funzionario del Dipartimento di Giustizia, secondo quanto riferito dai media americani, fa sapere che Mueller non raccomanderà altre incriminazioni: notizia che sarà confermata mette al sicuro Trump dallo spettro dell'impeachment.

«I prossimi passi stanno ora al ministro della Giustizia. La Casa Bianca non ha ricevuto nulla e non è stata informata sul rapporto del procuratore speciale», è il commento a caldo della portavoce di Pennsylvania Avenue, Sarah Sanders. Mentre sul fronte democratico, la speaker della Camera Nancy Pelosi, e il leader della minoranza in Senato Chuck Schumer, sottolineano che «gli americani hanno il diritto di conoscere la verità». E ritengono un «imperativo» che il rapporto sul Russiagate sia pubblicato. «Alla Casa Bianca non deve essere consentito interferire su quali fatti o prove» del rapporto «vanno resi noti», proseguono.

L'inchiesta di Mueller, da sempre definita una «caccia alle streghe» dal Commander in Chief, ha portato alle dimissioni dopo appena un mese del generale Michael Flynn, consigliere per la sicurezza nazionale, a causa dei contatti con l'ambasciatore russo a Washington, Sergey Kislyak.

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