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Iniezione letale al suprematista "È stato usato come una cavia"

È il primo bianco giustiziato per un omicidio a sfondo razziale. Mai sperimentato il cocktail di farmaci letale

Iniezione letale al suprematista "È stato usato come una cavia"

Una macabra doppia prima volta caratterizza l'esecuzione di Mark Asay, giustiziato con un'iniezione letale in un carcere della Florida. È la prima volta infatti, da quando il Sunshine State ha ripristinato la pena capitale oltre 40 anni fa, che un bianco finisce nella camera della morte per l'assassinio di un uomo di colore. Ed è la prima volta che viene usato un nuovo farmaco, mai testato prima negli Stati Uniti sul lettino del boia. Fra l'altro ad essere stato giustiziato è stato un suprematista bianco, e nonostante il suo delitto risalga alla fine degli anni Ottanta, il caso sembra incredibilmente attuale alla luce dei fatti di Charlottesville con gli scontri tra nazionalisti e oppositori.

L'esecuzione di Asay, 53 anni, è avvenuta all'alba di ieri nel carcere di Starke: il detenuto è morto in 11 minuti e per l'iniezione è stato usato un mix di tre farmaci con il debutto dell'etomidate in sostituzione del midazolam, la cui reperibilità è diventata sempre più difficile dopo il rifiuto della sua distribuzione da parte di diverse case farmaceutiche, tra cui la Pfizer. L'etomidate è un anestetico che viene somministrato per via endovenosa, inventato dagli scienziati della Janssen Pharmaceuticals negli anni Sessanta. La stessa casa farmaceutica, una sussidiaria di Johnson & Johnson, ha criticato la decisione, affermando con il Washington Post di essere «contraria all'utilizzo del farmaco nelle esecuzioni». «Janssen sviluppa innovazioni mediche per salvare e migliorare la vita delle persone - ha detto il portavoce Greg Panico -. Non promuoviamo l'uso dei nostri farmaci per scopi che non sono stati approvati dalle autorità, tra cui la Fda statunitense».

Anche gli avvocati di Asay hanno cercato di fermare in extremis la mano del boia, sostenendo proprio che l'uso di un anestetico mai testato prima potenzialmente poteva provocare troppe sofferenze al condannato, e quindi violava l'emendamento della Costituzione che vieta punizioni crudeli e inumane. La maggioranza dei giudici della Corte Suprema della Florida, però, ha respinto il ricorso, nonostante una di loro, Barbara Pariente, ha avvertito che l'uomo veniva trattato come «la proverbiale cavia da laboratorio». Asay è stato condannato nel 1988 per aver ammazzato un nero e un ispanico l'anno precedente: ma in realtà era convinto di aver ucciso due neri, secondo la testimonianza di Thomas Gross, un detenuto che ha diviso una cella con lui prima del processo. L'uomo, che ha fatto parte di una gang di suprematisti bianchi, ha pure mostrato a Gross diversi tatuaggi che raffiguravano una svastica, le parole «White Pride» e le iniziali «SWP» di «Supreme White Power».

I suoi legali hanno fatto appello sostenendo che «la teoria per cui le vittime sono state uccise a causa dell'odio razziale verso i neri» era erronea, ma il tribunale ha negato l'istanza. Da quando la Florida ha ripristinato la pena capitale nel 1976, secondo il Death Penalty Information Center sono stati giustiziati 93 detenuti, un numero superato soltanto da tre stati americani (Texas, Virginia e Oklahoma). Di questi, 56 erano bianchi, ma nessuno di loro è stato condannato per aver ucciso un nero.

E Asay è stato anche il primo prigioniero giustiziato nello stato da quando la Corte Suprema, 18 mesi fa, aveva intimato alla Florida uno stop alle iniezioni letali (il metodo che resta il più utilizzato per le esecuzioni negli Usa) per poi riportarle in vigore dopo una serie di modifiche legislative.

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