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Insulti al detenuto suicida. Sedici agenti sospesi

Il ministro Orlando: "Sono atti intollerabili". Salvini: "Non li giustifico ma capisco"

Insulti al detenuto suicida. Sedici agenti sospesi

Si continua a parlare della bufera scoppiata ieri per alcuni commenti, apparsi sulla pagina Facebook di un sindacato di polizia penitenziaria, in cui si esultava per il suicidio di un detenuto, avvenuto nel carcere milanese di Opera. Frasi come un rumeno in meno e speriamo abbia sofferto hanno suscitato reazioni sdegnate, al punto tale che il ministro della Giustizia Andrea Orlando, ha convocato il capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria, per fare piena luce sulla vicenda. Lo stesso Dap ha reagito in modo severo giudicando i post offesa al lavoro di tutti gli agenti che tutti i giorni sono impegnati a salvaguardare le persone che hanno in custodia. E subito dopo ha reso noto che è stata aperta un inchiesta interna per accertare che gli autori degli insulti siano davvero degli agenti: in caso affermativo scatteranno sanzioni, visto che quanto è stato scritto viene definito una follia intollerabile. Oggi il ministro ha rincarato la dose: "È del tutto evidente che si tratta di atti intollerabili", ha scritto su Facebook. In quanto a possibili sanzioni "credo che oggi sia doveroso un confronto con il capo del Dap, poi daremo delle indicazioni".

Il segretario della Lega, Matteo Salvini, getta acqua sul fuoco delle polemiche. Non giustifica né difende gli autori di quelle scritte, ma invita tutti ad approfondire meglio i fatti. "Conoscendo quali sono le condizioni in cui lavorano gli agenti della Polizia Penitenziaria non dico che giustifico ma capisco". Pd e Sel chiedono di fare piena luce sulla vicenda, mentre Patrizio Gonnella, dell'associazione Antigone, invita il Dap a chiudere ogni rapporto con l'Aslippe (il sindacato finito al centro della bufera) se sarà dimostrato che sono tesserati di questo sindacato quelli che hanno scritto quelle frasi: "Se è vero - dice Gonnella - che si tratta di agenti penitenziari questi hanno contravvenuto a un dovere di lealtà e legalità, tradendo la loro missione e il loro impegno istituzionale".

"La cosa che mi fa particolarmente male di questa storia - dice a Repubblica il vice capo del Dap Luigi Pagano - è il ricordo di tutte le volte in cui ho visto colleghi correre per provare a salvare detenuti con i polsi tagliati, o magari con il collo in qualche cappio. Ne hanno salvati tanti e li ho visti piangere quando non ce la facevano. Quei commenti sono un pugno alle nostre divise, al nostro impegno, al nostro lavoro. C’era arrivata una segnalazione e avevamo già avviato un’indagine interna - sottolinea -. Perché è una cosa indegna. Il nostro nucleo investigativo si è messo immediatamente al lavoro per ricostruire i fatti e valutare la portata delle frasi. Non posso per il momento dire niente sull'indagine anche perché i nostri vertici relazioneranno al ministro. Ma se sarà accertato che gli autori di quei commenti sono agenti penitenziari, agiremo di conseguenza in sede disciplinare. E non faremo sconti" .

Il capo del Dap, Santi Consolo, fa sapere di aver firmato 16 provvedimenti cautelari di sospensione e concordato con il direttore del personale l’avvio del procedimento disciplinare. "Ho avviato un confronto con tutte le sigle sindacali perché prendano le distanze da quelli che sono comportamenti isolati in un sito marginale. La polizia penitenziaria in questo momento è mortificata per quanto è accaduto".

Poi aggiunge che "sta predisponendo una circolare per richiama ;tutti gli appartenenti all'amministrazione penitenziaria, e non solo gli agenti, ai propri doveri".

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