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Intercettazioni su Berlusconi, il Senato non autorizza l'uso

Il Senato respinge la richiesta dell'uso delle intercettazioni per il processo Olgettine. Il Pd accusa il M5S: "Manovre sporche, salvo come Craxi"

Intercettazioni su Berlusconi, il Senato non autorizza l'uso

Il Senato ha respinto la richiesta dell'uso di intercettazioni telefoniche di Silvio Berlusconi. La decisione dell'Aula, salutata con calore e applausi dai banchi del centrodestra è stata accolta dalle grida di dissenso della sinistra. Che si è fiondata ad accusare i parlamentari del Movimento 5 Stelle di "aver salvato" il Cavaliere avvalendosi dello scrutinio segreto. Accuse che i grillini hanno respinto puntando a loro volta il dito contro i dem: "La prima gallina che canta ha fatto l'uovo...".

Il caso riguarda la richiesta, avanzata dalla procura di Milano, di autorizzazione all'uso di undici intercettazioni fra Berlusconi, all'epoca senatore, e due delle "Olgettine". Il 26 aprile i componenti della Giunta per le elezioni e le immunità di Palazzo Madama hanno bocciato la relazione del senatore Psi, Enrico Buemi, con la quale si chiedeva di negare l'autorizzazione per tutte le telefonate in questione. Una relazione arrivata dopo che la Giunta aveva già bocciato la proposta di mediazione avanzata dal presidente, Dario Stefano, che chiedeva di dare il disco verde alla magistratura solo in parte, autorizzando l'uso di tre telefonate su undici. Ed aveva poi rimesso il mandato scegliendo, da regolamento, un nuovo relatore tra i commissari della Giunta che non avevano approvato la proposta. La parola è dunque passata all'Aula per la decisione finale, arrivata oggi.

I voti contrari sono stati 130, i favorevoli 120 e gli atenuti otto. "Si affermano finalmente i principi della Costituzione e del diritto alle garanzie processuali come riconosciuto dal codice di procedura penale - afferma il capogruppo di Forza Italia Paolo Romani - le garanzie sono un valore non negoziabile edevono valere per tutti, indipendentemente dall'appartenenza politica". Tuttavia dopo il voto, a scrutinio segreto, accolto da un lungo applauso, l'Aula è stata sospesa per le proteste del Movimento 5 Stelle. Dalle fila del Partito democratico è, però, partito il j'accuse nei confronti dei senatori pentastellati. "Sono in corso prove di alleanza tra il M5S e le destre", ha scritto su Twitter Andrea Marcucci mentre fra i senatori dem si parlava "sceneggiata" grillina. "Le manovre sporche dei 5 Stelle salvano Berlusconi con il voto segreto - tuona il piddì Luciano Pizzetti - come la Lega salvò Craxi nel 1992. Parlano di moralità ma agiscono nell'ombra". I Cinque Stelle hanno, tuttavia, respinto al mittente le accuse. E sono passati al contrattacco. "Il Pd con il voto segreto salva Berlusconi e prova a puntellare la sua sempre più scricchiolante maggioranza", ha commentato il capogruppo del M5S Stefano Lucidi accusando i dem di "dare la colpa ad altri" e di "giocare sulla pelle della Giustizia per provare ad assicurarsi anche un comportamento benevolo da parte dei berlusconiani e del loro potente sistema mediatico nel referendum costituzionale".

"Il patto del Nazareno - ha concluso il grillino è risorto".

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