Politica

«Internet e territorio per innovare Fi»

RomaSocial network e militanza sul territorio. Il ricordo della passione politica ai tempi di Almirante e Berlinguer e la prospettiva di un partito 2.0 che deve confrontarsi e conquistare le nuove generazioni, per ora molto deluse e poco appassionate. Il senatore Maurizio Gasparri, presidente della Fondazione Italia Protagonista, vede un buon punto di partenza nel campus dei giovani di Forza Italia Everest014 che si terrà dal 5 al 7 settembre a Giovinazzo, Bari.

Forza Italia deve riconquistare un elettorato deluso. Come?

«Questo è un passo nella giusta direzione. Everest014 non è un comizio. Ci saranno 400 ragazzi che per partecipare hanno anche dovuto pagare una piccola quota e un centinaio ha aderito attraverso la rete. Si riparte da qui dall'entusiasmo dei nostri ragazzi. No alla rassegnazione, sì alla partecipazione e all'impegno politico attraverso i nuovi canali come i social network ed i club senza abbandonare la vecchia militanza e la presenza sul territorio. Non a caso dedichiamo una sezione ad Almirante e Berlinguer. Forse allora si esagerava in passione ma noi vogliamo attingere al passato e al futuro prendendo il meglio di entrambi. Sono contento perché ci sarà anche il gruppo dirigente del partito: Brunetta, Romani, Toti, Bernini, Gelmini, Tajani».

Si parlerà del futuro del centrodestra. Ma Forza Italia come sta? Passata la crisi?

«Penso ci sia troppa ansia da prestazione rispetto alla necessità di innovazione. Va bene innovare ma non si deve smantellare tutto. Non dobbiamo autoflagellarci. Quanta ragione avevamo in politica estera? Ora siamo di fronte al disastro Mare Nostrum. E andrà anche peggio con l'inganno di Frontex Plus. Altre navi per portare più immigrati in Italia».

Che cosa deve fare Forza Italia?

«Deve sventolare le sue bandiere: il fisco, le leggi sul lavoro, la flessibilità, il contrasto dei clandestini. Fare scelte forti e chiare. Questa sarà anche l'occasione per chiarire il nostro ruolo rispetto al governo Renzi. Non siamo sfascisti per senso di responsabilità sulle questioni cruciali ma non siamo disposti ad appoggiare il governo indiscriminatamente. E Renzi negli ultimi giorni annaspa. Sulle assunzioni dei 100mila precari è sconfinato nell'aggiotaggio».

Però il centrosinistra un Matteo Renzi lo ha trovato. E il volto nuovo del centrodestra?

«Non c'è. È un problema non risolto ma questo non significa che nell'attesa si debba star fermi. La nuova leadership nascerà sul campo non possiamo crearla a tavolino. Quanti leader ha bruciato il centrosinistra prima di trovare Renzi? Rutelli, Prodi, Letta».

Che cosa non ha funzionato nei tentativi di rinnovamento?

«Troppi sono partiti prima del via. A cominciare da Fini per arrivare ad Alfano. Si sono proclamati leader anzitempo e sono finiti bruciati ora governano al massimo partitini da 3 per cento».

La kermesse si chiuderà con un dibattito sul caso Marò.

«Ammetto che quando ho sentito che il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, partiva per l'India ho sperato avesse qualche carta per spostare il contenzioso in sede internazionale e riportare Massimiliano Latorre e Salvatore Girone a casa.

Purtroppo non è stato così».

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