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Intesa gialloverde alla Camera. La Torino-Lione va ridiscussa

Mozione per bloccare l'Alta velocità. Opposizioni furiose Gelmini (Fi): perderemo fondi europei e posti di lavoro

Intesa gialloverde alla Camera. La Torino-Lione va ridiscussa

Il Movimento cinque stelle passa all'incasso, la Lega paga la cambiale. E l'Italia può dire addio alla Tav, ai posti di lavoro, ai finanziamenti europei. Così ieri sera le opposizioni fotografavano la situazione: un blitz di Forza Italia in aula, che ha portato a chiudere in anticipo il dibattito sulla riforma costituzionale grillina, obbligherà oggi la maggioranza a votare sulla Tav. Molto prima di quanto si aspettasse. Azzurri e Pd hanno da tempo presentato mozioni che chiedono al governo di uscire dall'ambiguità in cui si trascina da mesi e che sfidano la Lega a dire si ad una grande opera che, a parole, il Carroccio difende. E da mesi Carroccio e grillini rinviavano la discussione, cercando di evitare un passaggio critico. «Ma è ora che il Parlamento si pronunci», li ha sfidati ieri la capogruppo di Fi Maria Stella Gelmini in aula.

Di mezzo, però, c'è stato il salvataggio di Matteo Salvini in Giunta per le immunità, con il voto sulla piattaforma Rousseau e le lacerazioni nei Cinque stelle. Ora Gigino Di Maio ha assoluto bisogno di uno scalpo da presentare alla sua base in fermento, per far dimenticare la scelta di rinnegare anni di giustizialismo manettaro sacrificato sull'altare della ragion di governo. E dunque è passato all'incasso, mettendo spalle al muro l'alleato. Ieri sera, in fretta e furia, è stato cucinato un testo di mozione di maggioranza. E la Lega ha dovuto ingoiare un testo che sostanzialmente, sia pur tra mille giri di parole, impegna il governo a bloccare tutto e a «ridiscutere integralmente il progetto della linea Torino-Lione». Tenendo conto dei risultati della famosa analisi costi-benefici di Toninelli, il cui «scopo», si legge, è di «consentire una allocazione delle risorse più efficiente».

Dalla Lega si tenta di minimizzare: «In quella mozione non c'è scritto praticamente nulla, abbiamo copiato il testo del contratto di governo per non crearci problemi e perché nessuno sa cosa fare», spiegano. Ma sanno benissimo che, un attimo dopo il voto, i Cinque stelle canteranno vittoria e proclameranno che quell'impegno a «ridiscutere integralmente la Tav» è la pietra tombale sull'opera. Un prezzo altissimo da pagare per il Carroccio al Nord, dove - governatori leghisti in prima linea - il consenso pro-Tav è molto alto. Giusto ieri, un sondaggio di Quorum-YouTrend diceva che il 65,5% degli italiani chiede che l'opera venga completata, con addirittura il 96% di favorevoli tra gli elettori della Lega. E le opposizioni infieriscono: «In pratica quella mozione azzera tutto. Si perderanno miliardi di finanziamenti europei e posti di lavoro: una scelta incomprensibile e inaccettabile», dice Gelmini. «Per evitare il processo a Salvini la Lega svende gli interessi del Nord e del paese, in nome dell'accordo coi Cinque stelle», accusa Raffaella Paita del Pd.

Il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, è durissimo: «Alla luce delle dichiarazioni di ieri del rappresentante della Ue, che chiedeva di fare in fretta nell'avvio dei bandi, questo vuol dire una sola cosa: se la maggioranza approverà questa mozione, sarà come mettere una pietra tombale sulla Torino-Lione», accusa. «La Lega svela il suo vero volto - aggiunge - non a caso dopo il salvataggio del ministro dell'Interno da parte del Movimento cinque stelle. Proprio Chiamparino, lunedì, aveva fatto sapere che l'Unione europea si era detta disponibile «a finanziare al 50% non solo il tunnel di base della Torino-Lione, ma anche le tratte nazionali di avvicinamento». Cosa che in pratica dimezzerebbe i costi l'Italia della tratta nazionale. E Salvini aveva applaudito: «Sulla Tav finalmente l'Europa ha fatto una cosa giusta», aveva commentato.

Dopo martedì, e lo scudo processuale in Giunta col voto grillino, deve aver cambiato idea.

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