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"Io al governo? Non ci andrò perché sarò eletto in Europa"

Berlusconi all'attacco: «Siamo l'ultimo paese per crescita. In Fi nessuna scissione, Toti non ha séguito»

"Io al governo? Non ci andrò perché sarò eletto in Europa"

Due messaggi. Primo: il centrodestra vince e vincerà ovunque, ma con Forza Italia, che «può arrivare al 25%». Secondo: Matteo Salvini non ci mollerà. A Villa San Martino Silvio Berlusconi è in collegamento con Bruno Vespa e assicura che sta bene, ha una ripresa «formidabile», anche se se l'è «vista brutta».

«Solo un centrodestra - sono le sue parole a Porta a porta - che comprenda Fi e unito può vincere ogni tipo di elezione. I miei rapporti con Salvini mi fanno dire che non può essere lontano dal vero quando mi dice che nel futuro ci sarà un centrodestra compatto». Nessuno spazio, insomma, per esperimenti sovranisti tra Lega e Fdi, senza gli azzurri. Anche perché Fi, ricorda, «nei sondaggi è intorno al 10-11%, qualcuno al 12%, ma Berlusconi per la fiducia verso i singoli leader è al 25%» e verso quel livello lui porta il partito. La coalizione, spiega il leader di Fi, deve tornare al governo. Se cade l'esecutivo Conte «deciderà il capo dello Stato, per noi nuove elezioni vanno benissimo», dice l'ex premier. Ma lui è proiettato soprattutto sugli affari internazionali. «Nel prossimo governo di centrodestra io non ci sarò, sarò in Europa perché ci sono cose fondamentali da fare che riguardano anche l'Italia». Le preoccupazioni del Cavaliere sono per la situazione economica, con l'Italia «ultimo Paese d'Europa in termini di crescita». E per le alleanze a Bruxelles, dove il Ppe deve lasciare «i socialisti e volgersi a destra, ai partiti conservatori e nazionalisti», compresi Salvini e l'ungherese Viktor Orban.

La campagna elettorale l'aspetta e lui dice: «Spero di poter partecipare nelle ultime due settimane». Seduto al tavolo bianco, tra le foto di famiglia incorniciate e i libri allineati, Berlusconi è combattivo e mostra di essersi già ripreso dall'intervento per l'occlusione intestinale, grazie ad un «fisico forte», a soli tre giorni dalle dimissioni dall'ospedale. Alla domanda sulla bufera giudiziaria per le tangenti tra Lombardia e Piemonte, con arrestati e indagati di Fi, replica: «Si tratta di cifre miserrime, ma anche per loro vale il principio della presunzione di non colpevolezza». Poi contesta le voci che parlano di un partito diviso, l'unico azzurro che martella ogni giorno il vertice è Giovanni Toti che, sottolinea il Cav, «è stato nominato da me e sta facendo bene il governatore della Liguria, ma non ha un seguito rilevante in Fi, non credo ci possa essere una divisione in Fi, tutti coloro che si sono divisi per raggiungere altri lidi sono spariti dalla scena politica». La stoccata a Salvini arriva sulla chiusura di alcuni negozi di cannabis: «Una legge ha autorizzato la vendita della droga leggera, io non sono favorevole alla droga ma è sbagliata la legge e deve cambiare, casomai rimborsare i commercianti. Non si può d'un botto chiudere negozi che l'hanno rispettata».

A smentire il premier Conte, che a Varsavia parla di ruolo importante dell'Italia in Europa, è il presidente azzurro dell'Europarlamento Antonio Tajani. Dal vertice Ue di Sibiu (Romania) afferma che sulle prossime nomine dei vertici Ue il nostro Paese è «politicamente isolato». Potrebbe ambire solo a quella per cui lui stesso si ricandida, «se toccherà al Ppe». Conferma il suo appoggio al bavarese Manfred Weber, candidato dei popolari per la Commissione Ue, che appare però in difficoltà, con premier come il francese Emmanuel Macron e il lussemburghese Xavier Bettel che ne contestano le mire.

Circola, invece, il nome del negoziatore per la Brexit, Michel Barnier e c'è chi pensa che Weber potrebbe ambire a questo punto al vertice del parlamento europeo.

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