Politica

«Io istigatore d'odio? Attacchi gratuiti»

Avvisa la città dell'arrivo di richiedenti asilo a sua insaputa: alla gogna

Ieri mattina il telefono di Giorgio Valoti squillava con insistenza. «Sindaco, hai visto? Sei su La Stampa». E perché mai? «Per quel messaggio sui migranti». L'«orgogliosamente leghista» amministratore di Cene, nel bergamasco, lo aveva fatto scrivere mercoledì sui tabelloni luminosi disseminati lungo le strade del Comune. Voleva che tutti sapessero che a sua «insaputa» 59 richiedenti asilo erano stati collocati in una struttura della curia alle porte del paese. Iniziativa che ha acceso i riflettori delle cronache, e la penna di Massimo Gramellini: «Un sindaco che brandisce cartelli di pubblica utilità per denunciare che la scelta di accogliere i migranti è stata presa dallo Stato a sua insaputa - scrive il giornalista - potrà anche avere ragione nel merito, ma sta istigando la popolazione all'odio contro i migranti e alla ribellione contro lo Stato. Il guaio è che forse non se ne accorge nemmeno».

Valoti, non se ne accorge?

«Ma non scherziamo. Ieri mattina sono corso in edicola. E vorrei dire a Gramellini che è facile dare giudizi se non ci si trova ad affrontare i problemi sul territorio. Noi sindaci siamo l'ultima ruota del carro. Chi me lo dice come vengono sistemate queste persone, quanto resteranno, come verranno integrate? Istigo all'odio? Sono accuse gratuite e infondate. Io rispondo ai cittadini».

Perché ha usato i tabelloni del Comune?

«I cartelli luminosi vengono utilizzati per comunicare con i cittadini, non solo per la viabilità ma anche per iniziative culturali e comunicazioni di servizio. Insomma è un canale istituzionale. L'ho fatto perché mi sembrava doveroso, corretto e urgente informare i miei cittadini, visto che la sera stessa ci sarebbe stato il consiglio comunale, dell'arrivo non preventivato di queste persone. Non ho fatto né detto niente di male».

Sono state distribuite a Cene a sua insaputa?

«Nessuno mi ha avvisato, la prefettura di Bergamo aveva già inviato il pullman. L'ho visto arrivare. L'ho scoperto così».

Ora chiede di destinare quella struttura ai terremotati...

«Era una provocazione».

Il suo comune non vuole accogliere migranti?

«Qui nessuno è razzista e nessuno ha fatto barricate. Abbiamo l'8% di stranieri residenti e integrati. Ma queste decisioni dovrebbero essere prese in modo democratico, coinvolgendo i territori per capirne le criticità. Quella struttura è a 4 chilometri dal paese in una frazione da 300 abitanti. Se non è ghettizzazione questa...».

LoBu

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