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"Io sindaco distrutto da Woodcock Senza rancore, spero che rifletta"

Parla il primo cittadino di Campione d'Italia arrestato nel 2006

"Io sindaco distrutto da Woodcock Senza rancore, spero che rifletta"

Il carcere. Le dimissioni da sindaco. La chiusura dello studio medico a Lugano. E quei ricordi terribili, spilli ancora dolorosissimi undici anni dopo: «Woodcock cercava di farmi cadere in contraddizione, ma io ripetevo solo la verità: non sapevo nulla delle accuse terribili formulate contro di me». Da quindici giorni Roberto Salmoiraghi è di nuovo il primo cittadino di Campione d'Italia, con un plebiscitario 88% dei voti. «Ma certe ferite sanguinano per tutta la vita».

Di che cosa la riteneva responsabile Woodcock?

«Corruzione e associazione per delinquere legata alla prostituzione. Spaventoso».

Le manette?

«Era il giugno 2006. Dovevo partecipare a un galà al casinò, di cui ero stato amministratore delegato. All'improvviso venni fermato e caricato su una macchina, stretto fra due agenti. Passai una notte interminabile, in viaggio verso Potenza: la radio vomitava accuse su accuse, diceva che avevano arrestato Vittorio Emanuele, accanto al suo nome facevano il mio. Un delirio».

Ma lei conosceva il principe?

«L'avevo incontrato una volta. Invece la procura di Potenza aveva costruito un teorema: io ero parte di una rete criminale alla cui testa c'era il principe. Una storia senza capo né coda che infatti è finita in niente per me e per tutti gli altri. Ma certe vicende non si possono cancellare».

Oggi Woodcock è indagato.

«Nessun rancore e nessuna vendetta, questo sentimenti non mi appartengono. Però...».

Pero?

«Forse adesso è preoccupato, forse rifletterà su cosa significa un'accusa che, nel mio caso, ha fatto il giro del mondo»

Quante volte la interrogò?

«Due. Io ero il delinquente, lui mi tempestava di domande, ma io non avevo niente da nascondere. Mi avevano tirato dentro una storia incredibile, di cui non riuscivo nemmeno ad afferrare i contorni».

Possibile?

«Una successione di umiliazioni con un intermezzo tragicomico».

Quale?

«Volevano mandarmi ai domiciliari a casa. Ma Campione è un'enclave in territorio svizzero e avrei rischiato di nuovo l'arresto. Trovarono una soluzione in provincia di Como».

Poi l'inchiesta fu trasferita per competenza proprio a Como.

«Il nuovo pm studiò le carte e mi prosciolse senza nemmeno andare a processo. Contro di me non c'era niente».

Oggi?

«Io sono felice perché sono di nuovo sindaco.

E questo mi basta, ma spero che Woodcock mediti sulle sofferenze che accompagnano il carcere».

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