Cronache

"Io, violentato dal cardinale sulla spiaggia di S. Domingo"

Parla una delle vittime di Wesolowski. Francis aveva 14 anni quando fu adescato dall'arcivescovo arrestato in Vaticano per pedofilia

"Io, violentato dal cardinale sulla spiaggia di S. Domingo"

«Lo chiamavamo l'italiano perché parlava spagnolo con un accento italiano. Mi ha comprato con i soldi, ha comprato il mio corpo con i soldi. Sapevo che non era la cosa giusta da fare, ma avevo bisogno di denaro». A parlare è Francis Aquino Aneury. Oggi ha 17 anni; ne aveva appena 14 quando monsignor Jozef Wesolowski abusò sessualmente di lui. Francis è una delle vittime dell'ex Nunzio nella Repubblica Dominicana, arrestato due giorni fa in Vaticano su espressa indicazione di Papa Francesco. Le accuse sono pesanti: abusi sessuali su minori e possesso di materiale pedopornografico. Francis è uno dei meninos de rua adescati dal vescovo. Ragazzini che vivono in strada, poverissimi, e che per sopravvivere lavorano sul lungomare di Santo Domingo, in uno dei quartieri più degradato della città.

«Ero lungo la spiaggia per tirare su qualche spicciolo - racconta Francis - lucidavo le scarpe ai ricchi. Poi è arrivato lui, mi ha offerto soldi per fare il bagno nudo, mentre lui mi guardava». «Passeggiava lungo la spiaggia - riferiscono alcune vittime - e veniva a cercarci. Poi ci offriva dei soldi, a volte 500mila pesos (poco meno di 10 euro), e ci portava in una casa a Juan Dolio (la residenza estiva del Nunzio, ndr). Prendeva anche 2-3-4 bambini insieme. Ci accarezzava e ci filmava con il telefonino».

Francis è originario di Haiti; è stato costretto a lasciare la scuola perché non aveva soldi. Lucida le scarpe per un dollaro e mezzo al giorno. «La prima volta che ci siamo incontrati mi ha dato 10 dollari per fare il bagno nudo». Poi il compenso aumentava di volta in volta, fino ad arrivare a 135 dollari e a regali come orologi e scarpette da ginnastica. «Mi ha detto che si chiamava Josie», prosegue il ragazzino. «Non era interessato a me - dice Robin di Quello Cintron, 23 anni - ero troppo vecchio. Cercava i più giovani. Così ho avvisato i più piccoli di non andare con lui, ma i soldi li attiravano».

Le vittime raccontano che ad adescare i ragazzini, per conto dell'ex Nunzio, era il diacono Francisco Javier Occi Reyes, arrestato a settembre dello scorso anno e colto in flagranza mentre prelevava ragazzini per portarli dal vescovo. «C'erano anche giri di droga e marijuana», proseguono nel loro racconto i ragazzini abusati. Altri raccontano di festini a base di vodka e di materiale pedopornografico trovato nel computer dell'ex nunzio.

E in effetti, nei confronti di monsignor Wesolowski, oltre all'accusa di abusi sessuali su minori si è aggiunta quella di possesso di materiale pedopornografico. L'ex Nunzio, ha riferito ieri in una nota il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, «sarà giudicato secondo il vecchio ordinamento visto che la nuova normativa in vigore dal primo settembre 2013 non può essere applicata perché i fatti addebitati all'imputato oggi conosciuti sono precedenti all'entrata in vigore di tale legge»: ora il vescovo rischia fino a 6-7 anni di reclusione «con la possibilità di variazioni per le aggravanti alla luce delle circostanze che risultino dalle indagini».

Padre Federico Lombardi ha chiesto «riservatezza» sulla fase istruttoria del procedimento penale, che inizierà nell'arco di qualche mese. Si prevede che il processo possa iniziare tra la fine del 2014 e l'inizio del 2015. Padre Lombardi ha inoltre precisato che «il provvedimento degli arresti domiciliari, con la conseguente limitazione dei contatti, intende evidentemente evitare la possibilità dell'allontanarsi dell'imputato e il possibile inquinamento delle prove». Ora l'ex nunzio a Santo Domingo è agli arresti domiciliari all'interno dello Stato della Città del Vaticano, piantonato dai gendarmi. Per lui ci sono l'interdizione dell'uso del telefono e del contatto con le persone, se non previa autorizzazione dell'autorità giudiziaria. Alla pena canonica della riduzione allo stato laicale - che diverrà operativa dopo il secondo grado - non si aggiungerà solo la condanna penale dei giudici vaticani, ma anche l'estradizione ai Paesi che la richiederanno formalmente.

Solamente dopo però che si sia concluso il processo in Vaticano e che l'ex nunzio, se ritenuto colpevole, abbia scontato la pena.

 

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