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Isis, Di Battista insiste: "Tutta colpa degli americani"

La filosofia spicciola del parlamentare grillino: "La violenza indecente che ha subito quel ragazzo (il giornalista Foley, ndr) è figlia della violenza indecente subita dai detenuti nel carcere di Abu Ghraib". Grillo difende Di Battista

Isis, Di Battista insiste: "Tutta colpa degli americani"

Alessandro Di Battista colpisce ancora. Dopo aver detto che sarebbe opportuno dialogare con l'Isis, ovviamente scatenando un putiferio visto quello che l'autoproclamatosi Stato islamico ha saputo fare in questi mesi, il deputato del Movimento 5 Stelle prova a spiegare il senso del proprio ragionamento. "A quel poveretto - scrive in un post su Facebook facendo riferimento al giornalista James Foley - hanno messo addosso un divisa simile a quella indossata dai prigionieri a Guantanamo. Io penso che la violenza indecente, barbara, inaccettabile che ha subito quel ragazzo sia, in parte, figlia della violenza indecente, barbara, inaccettabile subita dai detenuti nel carcere di Abu Ghraib". La colpa, quindi, è tutta degli americani. Questa è la sentenza di Di Battista. Che va avanti nel suo ragionamento: "Le violenze commesse in quella prigione - dice il deputato - furono senz’altro figlie di quel desiderio di vendetta che molti americani hanno provato dopo l’indecente, barbaro, inaccettabile attentato alle Torri Gemelle quest’ultimo - accusa - anche figlio dell’indecente, barbaro, inaccettabile imperialismo nordamericano, l’imperialismo non è soltanto nordamericano, che ha portato milioni di persone a morire di fame". Anche nel caso dell'undici settembre, quindi, la colpa, in fondo in fondo, è degli americani.

"Ho ricevuto ogni genere di insulto in questi giorni. Terrorista, assassino, soggetto pericoloso per la società. Un giornale ha anche scritto che avrei intenzione di farmi esplodere in una metro. Il tutto per aver espresso delle idee, riportato dei fatti e provato a capire, un atto che rivendico con tutto me stesso", insiste Di Battista. Insomma, al deputato grillino proprio non va giù l'idea di essere criticato e attaccato perché ha detto che bisogna dialogare con i terroristi tagliagole. E insiste: "Mi domando cosa possa succedere se dovessi mai compiere uno di quei reati tanto cari ad esponenti di quei partiti che i giornali che mi hanno infangato portano sul palmo della mano. Qualcuno, in rete, mi ha anche augurato di fare la fine di quel povero reporter americano".

"Si potrebbe continuare all’infinito - riprende - ma serve a qualcosa? Ha qualche utilità sapere chi ha sparato per primo? Ho provato a mettere in discussione il pensiero dominante. In tanti hanno letto quel che ho scritto (la macchina del fango almeno a qualcosa serve) e di questo sono contento altri si sono fermati a una frase letta su qualche giornale. A questi ultimi consiglio di leggere tutto quello che ho scritto nella sua interezza. Il pensiero dominante ha scelto di contrastare il terrorismo in modo totalmente fallimentare e questo è un fatto. Possibile che, nel 2014, l’essere umano, capace di conquiste scientifiche e tecnologiche straordinarie, pensi ancora che l’unico modo per risolvere un conflitto sia la violenza, siano le bombe o armare qualcuno?".

"Dopo l’11 settembre 2001 si è scelta una strada. Si sono inseriti concetti nuovi: guerra giusta, bombe intelligenti, guerra preventiva, esportazione di democrazia. È possibile mettere in discussione tutto questo?". Certo che è possibile, rispondiamo noi. Ma bisogna vedere quello che si afferma dopo aver messo in discussione certe cose. "È possibile - dice ancora Di Battista - affermare che le orrende violenze commesse in questi giorni dall’Isis siano collegate a quel che è accaduto negli ultimi anni in Medio Oriente? Ci sono paesi, come quelli dell’Alba (Alternativa Bolivariana per le Americhe, ndr) che, al netto di tutti i loro difetti e limiti, stanno introducendo nuove visioni di sviluppo. Perché non chiedere a loro idee e proposte per gestire la crisi mediorientale, una crisi che non riguarda certamente soltanto l’Iraq? Vi sembra davvero sensato obbedire, ancora una volta, a Washington nonostante non ne abbia fatta una giusta?".

"Armare porta alla guerra e, come scrisse Terzani, non c’è mai stata una guerra che ha messo fine alle guerre. Questi giorni mi hanno insegnato due cose molto importanti. La prima è che non basta certo una strumentalizzazione becera a farmi smettere di impegnarmi a fondo in quello in cui credo. La seconda è che fare quel che si ritiene giusto al posto di quel che conviene ti fa vivere sostanzialmente male ma sostanzialmente ti fa sentire vivo". E per darsi un tono cita l'ultimo verso dell'Inferno della Divina Commedia: "A riveder le stelle!".

Grillo difende Di Battista: "E' colpa di Renzi"

"Non sono nè scomparso nè latitante. Intervengo perché c'è una campagna stampa contro il M5s che è vergognosa: siamo a favore del terrorismo, dialoghiamo con i terroristi e non con il governo", dice Beppe Grillo in un videomessaggio pubblicato sul suo blog. "Queste sono schifezze del nostro ebetino presidente del consiglio - prosegue Grillo - che se tornassi indietro non solo non parlerei con lui, come ho fatto, dicendo che è una persona non coerente e non affidabile, come gli ho detto, ma direi che è un bugiardo, un falso e un ipocrita. Non ha mantenuto nulla di quello che ha detto - conclude - Vorrei chiedere alle persone che lo hanno votato se si rendono conto di

538em;">quello che ha fatto questo cartone animato fino a adesso".

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