Politica

In Italia segnali di fumo: la sigaretta torna a crescere

In percentuale solo Svezia e Finlandia hanno meno di tabagisti di noi Ma i fan delle "bionde" sono comunque 11 milioni. E tornano a spendere

In Italia segnali di fumo: la sigaretta torna a crescere

Il popolo europeo che fuma meno sono gli Svedesi, malgrado lì i fiammiferi siano di casa: 11 per cento. Poi ci sono i Finlandesi, e qui non ci vengono battute: 19. E poi ci siamo noi, gli Italiani: 21. Uno su cinque di noi (più una cicca) ha la sigaretta come rito quotidiano.

Un dato che dovrebbe farci un po' tossire e molto sorridere. In fondo siamo sul podio europeo dei non tabagisti. Epperò c'è poco da gioire. Perché il numero dei fumatori è stabile da anni, 11 milioni, per ognuno che smette o muore c'è un giovane che lo sostituisce con entusiasmo adolescenziale. E per la prima volta dopo dieci anni (da quando cioè entrò in vigore la legge Sirchia) nel 2014 le vendite delle sigarette sono aumentate: +0,5 per cento, che è poco ma pur sempre troppo.

Oggi quindi è la giornata mondiale antifumo. E si fa un bilancio della lotta a un vizio che fu sexy, oggi è un po' da sfigati eppure non perde fan: quelli per cui il portacenere è sempre al centro del villaggio. Negli ultimi anni le campagne contro il fumo, che ebbero il loro culmine negli anni Novanta e all'inizio del nuovo millennio, hanno segnato un po' il passo. Un po' per stanchezza, un po' perché alla fine ogni crociata moralista fa quasi diventare più simpatico il trasgressore che il regolamentatore. Un po' perché i fumatori (e tra loro anche molti legislatori) dopo tanti arretramenti ora difendono con le unghie e con i denti (entrambi un po' ingialliti di nicotina) l'orticello rimasto di quello che fu una lussureggiante foresta di permissivismo. Per cui la proposta fatta tempo fa dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin di vietare il fumo in presenza di bambini è naufragata, e anche multare chi fuma nei parchi (in Francia sta per succedere) da noi sarebbe vissuta come un eccesso di zelo. Poi le multinazionali del tabacco, dopo la loro Normberga, si sono riorganizzate e hanno concepito campagne di marketing più subdole e sottili.

Ma chi sono i fumatori in Italia? Sono più uomini (6,3 milioni) che donne (4,6), hanno il loro picco tra i 25 e i 44 anni (il 30,7 per cento dei maschietti e il 22,4 delle femminucce), e dichiarano di farsi mediamente 13 bionde al giorno (niente battute, please ). Ma si sa, il fumatore al contrario del pescatore tende a mentire rimpicciolendo anziché ingrandendo. Dice, ma c'è la crisi: ebbene, i viziosi hanno rinunciato a tutto ma non alla «siga»: solo il 16 per cento ha fatto la smoking review , mentre il 19,4 ha semplicemente optato per marche meno costose. Dice, ma ci sono le sigarette elettroniche: macché, dopo il boom di qualche anno fa sono quase sparite dai radar, anche a causa di leggi poco chiare e tasse troppo alte. Gli svapatori sono passati dal 4,2 per cento del 2013 al'1,6 del 2014 e all'1,1 del 2015. Hanno smesso di smettere.

Ma qualcuno crede ancora in questo mercato: il colosso Usa Imperial Tobacco (che produce Gauloises e Davidoff) sta per lanciare da noi una e-cig innovativa, la Jai, la prima venduta solo nelle tabaccherie.

Commenti