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Italia-Ue, muro contro muro No di Roma a nuovi centri

Renzi non accetta che l'Unione giustifichi l'idea austriaca di chiudere il Brennero e chieda l'apertura di campi: "Da noi migranti in calo"

Italia-Ue, muro contro muro No di Roma a nuovi centri

L'Europa tende una mano all'Italia ma intanto con l'altra le dà un sonoro schiaffone. Le critiche della Ue sul fronte immigrazione e il rischio di incorrere in un'infrazione irritano Matteo Renzi che al momento esclude di aprire nuovi centri di trattenimento sul nostro territorio, come richiesto dal Commissario Ue, perché, afferma il premier «il numero dei migranti ha finalmente iniziato a ridursi».

Il Commissario Ue, Dimitri Avramopoulos, in una garbata lettera rivolta ai ministri degli Esteri, Paolo Gentiloni e dell'Interno, Angelino Alfano, nel complimentarsi con il governo italiano per le iniziative prese sul fronte immigrazione in concreto le boccia tutte.

La Ue ad esempio dice «no» all'ipotesi di chiusura delle frontiera del Brennero da parte dell'Austria. Un «no» a scadenza però perché se dovesse presentarsi la necessità si potranno adottare «misure provvisorie» per «incanalare i flussi migratori». Avramopoulos infatti condivide «le preoccupazioni espresse dall'Austria sul potenziale aumento dei movimenti secondari di migranti dall'Italia e all'importanza dell'essere preparati ad affrontare i flussi migratori provenienti dalla rotta del Mediterraneo centrale». Insomma se il flusso aumenterà l'Italia si organizzi e si arrangi perché l'Austria a quel punto sarà autorizzata ad alzare il suo muro.

Sugli hot spot mobili proposti da Alfano poi il commento del Commissario Ue suona quasi derisorio visto che la definisce «davvero una buona idea» sulla quale lavorare. Poi però in realtà la stronca perché si metterebbe a rischio la vita dei migranti. «Pur riconoscendo che navi più grandi potrebbero permettere di effettuare i controlli sanitari, di sicurezza e di identità iniziali sui migranti soccorsi o intercettati in mare, - afferma Avramopoulos - Frontex non dispone in permanenza di questo tipo di mezzi. Inoltre il trasferimento in alto mare, da una nave all'altra, di un gran numero di migranti ne metterebbe a rischio la vita».

Poi il Commissario impartisce nuovi ordini. No alle navi hot spot perché l'Italia deve invece aprire nuovi centri di trattenimento sulla terra ferma e «predisporre urgentemente un nuovo programma di rimpatrio volontario assistito».

Toni tanto perentori da indurre il premier Renzi, appena uscito dal un colloquio con il primo ministro olandese Mark Rutte, a mettere le mani avanti. «É prematuro discutere di ulteriori interventi visto che il numero di migranti ha finalmente iniziato a ridursi -ha detto Renzi- Se continuerà questo trend di discesa non vi sarà bisogno di nuove strutture».

Il premier ha poi fornito qualche cifra. Dal 1° gennaio sono arrivati in Italia 32.000 migranti contro i 40.500 dello stesso periodo dello scorso anno. Soltanto se i flussi torneranno a crescere, ha tagliato corto Renzi, «dovremo porci il problema degli hot spot».

Oggi dunque nella riunione dei ministri degli Interni Ue non si discuterà sicuramente dell'ipotesi degli hot spot galleggianti mentre si chiederà all'Italia di aprire i nuovi centri previsti dall'agenda europea ad Augusta e Porto Empedocle.

Ieri è stata resa nota anche la prima relazione della Ue sulla lotta ai trafficanti di esseri umani. Sono 15.846 le persone registrate come vittime della tratta.

Il 67 per cento viene sfruttata sessualmente mentre il 21 per cento subisce lo sfruttamento del lavoro e purtroppo uno su 10 è un minore.

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