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Italiano ucciso a Londra: arrestata la sua coinquilina

Era stata la ragazza a dare l'allarme chiamando il fratello della vittima. Ma manca ancora il movente

Potrebbe venire risolto nelle prossime ore il giallo dell'omicidio di Pietro Sanna, il ragazzo di 23 anni trovato ucciso due giorni fa nella sua abitazione di Londra. Ieri Scotland Yard ha fermato la sua coinquilina: è sospettata di essere l'assassina del giovane italiano. Ancora non è stata fornita l'identità della donna, ma si sa che fu proprio lei a dare l'allarme lunedì chiamando al telefono il fratello della vittima, Gianmaria, anche lui residente nella capitale britannica. Stranamente però, aveva fatto perdere le sue tracce subito dopo quella telefonata.

Il fratello di Sanna era stato costretto a sfondare la porta d'ingresso ed era stato il primo a trovarsi di fronte al corpo di Pietro colpito a morte da numerose coltellate. Ieri i medici hanno eseguito l'autopsia, esame che potrebbe fornire riscontri per incastrare l'omicida.

Fino a questo momento tuttavia, la polizia ha fornito pochissime informazioni. «Sebbene sia stato effettuato un arresto - ha dichiarato ieri Gary Holmes, l'ispettore capo responsabile dell'inchiesta - l'indagine è ancora nella prima fase e invitiamo i cittadini che siano in possesso di notizie riguardanti l'accaduto a farsi avanti». Una delle piste seguite all'inizio dagli inquirenti era quella del furto o della rapina finita male. Il ragazzo aveva nella sua abitazione di Canning Town parecchia attrezzatura tecnologica di valore e forse Pietro si era trovato a faccia a faccia con il ladro che l'aveva ucciso prima di scappare. Se la donna arrestata però abitava veramente con lui, allora le motivazioni del barbaro omicidio potrebbero essere completamente diverse. Per Pietro, Londra rappresentava solo una tappa della sua vita, non intendeva rimanerci a lungo. Un paio di anni fa aveva deciso di raggiungere il fratello nella capitale per perfezionare la lingua e trovare un lavoro che gli consentisse di mantenersi. L'aveva trovato in un centro commerciale e domenica, quando è stato ucciso, aveva appena finito il suo turno di lavoro. Quelle poche ore tra il suo ritorno a casa e il momento dell'omicidio sono ancora un buco nero, non si capisce che cosa possa essere accaduto. Il nostro connazionale era molto appassionato di musica techno, come ha raccontato il padre Piergraziano, precipitatosi a Londra appena avvisato della tragedia, e ogni tanto faceva una serata in qualche locale del centro. Sembrava un ragazzo molto amato, soddisfatto di quell'esperienza inglese, un ragazzo senza segreti né nemici. È morto proprio pochi giorni prima di tornare a casa, a San Teodoro, piccola frazione di Nuoro: in tasca aveva già il biglietto aereo. Nella cittadina sarda la famiglia è conosciuta, i suoi gestiscono un albergo sempre affollato. E secondo il padre era proprio in Sardegna che Pietro vedeva il suo futuro, probabilmente impegnato nella gestione dell'azienda di famiglia. «Non vedeva l'ora di partire» ha raccontato l'uomo in lacrime.

Invece la sua vita si è tristemente conclusa nella camera del suo appartamento londinese dove il fratello l'ha trovato senza vita, in un lago di sangue.

A Londra sono sempre più numerosi i crimini perpetrati con armi da taglio.

L'omicidio del giovane italiano e' il terzo avvenuto nella capitale nel giro di 24 ore.

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