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Italicum, la minoranza dem affila i coltelli ma si prepara alla sconfitta

La Bindi la più agguerrita in Aula, Fassina: "In caso di fiducia esco dall'Aula"

Italicum, la minoranza dem affila i coltelli ma si prepara alla sconfitta

L'Italicum arriva in Aula e Matteo Renzi si gioca tutto. Per mettere spalle al muro i suoi oppositori interni si è rivolto direttamente agli iscritti del suo partito, rivendicando il lavoro svolto dal suo governo. Renzi ha spiegato che non approvare la legge elettorale minerebbe il futuro del Pd perché "significherebbe dire che il Pd non è la forza che cambia il Paese, ma il partito che blocca il cambiamento".

E per Renzi il cambiamento collima con la nascita di un sistema bipartitico in cui il futuro partito della nazione possa vincere e governare nei prossimi anni con una legge che prevede il ballottaggio ma esclude gli apparentamenti. Il vero nodo della diatriba tra maggioranza e minoranza consiste proprio nella divisione tra i favorevoli al partito a vocazione maggioritaria e i bipolaristi nostalgici dell'Ulivo come Rosy Bindi. Proprio il presidente della commissione antimafia, nel corso del suo intervento in Aula, si è soffermata sul pericolo della deriva bipartitica. "L'unico partito - ha spiegato la Bindi - che vincerà con il premio alla lista, e che designerà anche il presidente del Consiglio, si troverà ad essere un grande gigante circondato da tante opposizioni piccole e piccolissime in lotta tra loro, nessuna delle quali competitiva per il prossimo governo del Paese con la conseguenza di ricreare una forma di consociativismo all'interno del partito pigliatutto". La Bindi è tra le più agguerrite oppositrici dell'Italicum e per affossarlo cerca la sponda anche di Renato Brunetta con cui parla a lungo in "Transatlantico".

Ma la minoranza dem appare ancora troppo divisa al suo interno per poter vincere la battaglia. Cesare Damiano e Dario Ginefra hanno già detto che voteranno la fiducia, mentre Stefano Fassina, fermato dal Giornale.it, conferma che: "Se il governo dovesse mettere la fiducia, uscirò dall'Aula" e si prepara a essere "smacchiato" con la nuova legge elettorale. "Vabbè, non è che uno deve per forza fare il parlamentare nella vita", spiega l'esponente della minoranza che si vede già escluso dalle liste elettorali nel caso si andasse al voto. Il governo non sembra essere a rischio anche secondo Khalid Chaouqui che, parlando con i suoi ha escluso che si ricorra alla fiducia in quanto "anche Cuperlo ha avuto parole più concilianti" e il capogruppo Ettore Rosato, ha negato che vi saranno provvedimenti disciplinari verso chi vota contro le indicazioni del governo. La maggioranza renziana è sicura di portare a casa il risultato ma non intende retrocedere, come spiega al ilGiornale.it, il sottosegretario alle Riforme Ivan Scalfarotto: "L'Italicum va approvato. Basta con la logica del +1. Ora ho sentito che in commissione vorrebbero introdurre anche una soglia di partecipazione al ballottaggio. Ogni volta ce n'è una in più". Sul comportamento dei dissidenti, Scalfarotto ha chiosato: "se io per un anno e mezzo mi trovassi sempre in disaccordo col mio partito un certo disagio lo proverei". Come dire: se volete restare bene sennò quella è la porta..

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