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Ius culturae, unioni gay e renzismo: la piattaforma della Bonetti

Il ministro Elena Bonetti ha giurato: è renziana, pro unioni gay, pro ius culturae e contraria alla linea di Matteo Salvini. Si occuperà di Famiglia, ma già usa il plurale "famiglie" per rimarcare la sua visione

Ius culturae, unioni gay e renzismo: la piattaforma della Bonetti

Elena Bonetti, neo ministro della Famiglia e delle Pari Opportunità, usa utilizzare il plurale "famiglie", come a sottolineare la natura molteplice e le variabili possibili dell'istituto. Perché la Bonetti non è una di quelle cattoliche convinte del fatto che la famiglia sia una sola. Non è una tradizionalista. Anzi, è persuasa del contrario. Usando una definizione terminologica che rischia di tornare d'attualità, si direbbe una catto-dem. Una "cattolica adulta", insomma.

La sua piattaforma valoriale, come si deduce dal sito ufficiale, è centrata sul giovanilismo. Ma la delega alle Politiche Giovanili è stata affidata al grillino Vincenzo Spadafora. Il fronte pro life è già sul campo di battaglia, come ai tempi di Valeria Fedeli: le critiche al "partito di Bibbiano", quelle provenienti pure dal MoVimento 5 Stelle, non sono compatibili con il fatto che alla Bonetti siano state assegnate deleghe di questo tipo. Certi attivisti pro family lo ripetono a mo'di mantra. Ma ormai il Conte bis è cosa fatta.

Volendo ascrivere il ministro a una delle correnti del Partito Democratico, magari tenendo a mente la piovra che fu mostrata da Alessandro Di Battista quando grillini e piddini parevano divisi da un solco invalicabile, stille Vallo di Adriano, ma quanto pare meno complicato da scavalcare, diremmo che la Bonetti è una renziana doc. Basta dare uno sguardo alle tematiche e alle dichiarazioni dei colleghi di partito che rilancia via Twitter. Matteo Renzi, sul profilo della Bonetti, è il vero protagonista. Il capo corrente da riproporre di continuo agli utenti. Il 17 luglio scorso, per dirne una, ha fatto suo il renziano "#Senzadime".

Se ieri abbiamo rimarcato di come il neo vertice di Dicastero abbia fatto comprendere il suo pensiero in materia di "nuovi diritti" Lgbt (ha firmato un testo che rivendicava, pure per la dottrina della Chiesa cattolica, una sorta di "cambio di paradigma", con il riconoscimento delle unioni civili), oggi conviene soffermarsi sullo ius culturae: Elena Bonetti ha ritwittato un'iniziativa volta alla presentazione di una proposta di legge popolare che estenda il campo della cittadinanza. #Italianochistudia era l'hastag di riferimento. Si è distinta pure per aver contestato la linea dura dell'ex ministro dell'Interno sulla gestione dei fenomeni migratori.

Antisalviniana di ferro, la Bonetti è ora il vertice di un ministero che, giocoforza, potrà influire sulla linea dell'esecutivo in bioetica.

Considerate le divisioni persistenti in quell'ambito, anche quelle tra cattolici conservatori e cattolici progressisti, sembra lecito asserire che ne vedremo delle belle.

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