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Ius soli, il Pd teme l'incidente in Aula: "Sì alla legge solo con numeri certi"

Richetti frena sulla fiducia: «Non vogliamo inciampi per il governo»

Ius soli, il Pd teme l'incidente in Aula: "Sì alla legge solo con numeri certi"

Roma - Il governo non intende suicidarsi sullo ius soli. Il prossimo consiglio dei ministri è pronto ad autorizzare la fiducia sul testo in discussione al Senato ma questo non significa necessariamente che si voglia andare allo scontro in aula. In fondo anche per il decreto vaccini era stata autorizzata una fiducia che poi non è stata posta. A Palazzo Madama c'è il rischio concreto di andare sotto e anche il ministro degli Affari Regionali, il centrista Enrico Costa, Ap, ha manifestato la sua indisponibilità a votare la fiducia al testo sulla cittadinanza agli stranieri.

Frizioni pericolose tra Pd e governo con il segretario, Matteo Renzi, che nelle scorse settimane ha ribadito che lo ius soli va approvato perché è una questione di civiltà irrinunciabile. Un modo, dicono in molti, per spingere il governo verso il baratro e andare a votare in autunno. Per Fabrizio Cicchitto, Ap, un'accelerazione sullo ius soli del Pd rappresenterebbe «il colpo di pistola di Sarajevo» usato da Renzi per innescare un incidente parlamentare e far scivolare il governo.

Ma dopo le minacce di Costa ecco che interviene il portavoce del Pd, Matteo Richetti, a calmare le acque. Richetti dà un colpo al cerchio e uno alla botte. Ribadisce che il Pd è per l'approvazione dello ius soli ma allo stesso tempo, di fronte al muro alzato dagli alleati centristi, assicura «che nessuno vuole creare un percorso di inciampo» ribadendo di non voler rinunciare «ad una battaglia che riteniamo giusta» e di voler «andare fino in fondo». Fino in fondo sì ma, aggiunge, sempre seguendo «l'indicazione del presidente Gentiloni. Vogliamo lo ius soli ma solo se avrà numeri certi in entrambi i rami del Parlamento». Insomma «negli ultimi sei mesi di legislatura vanno avanti le leggi che hanno ragionevole certezza di avere il consenso in entrambe le Camere». E così dopo l'aut aut di Costa Ora le parole di Richetti riavvicinano Ap che apprezza il senso di responsabilità manifestato dalle sue parole. I capigruppo di Ap di Camera e Senato, Maurizio Lupi e Laura Bianconi chiedono che «non si metta in mezzo il governo con inopportune e divisive richieste di fiducia. Altre sono in questo momento le priorità, come il decreto banche, il decreto Sud e il ddl concorrenza».

Certo il presidente dei senatori Pd, Luigi Zanda, nell'assicurare che «non ci sarà crisi di governo né sullo ius soli, né su altri provvedimenti» allo stesso tempo però esclude un rinvio del ddl sulla cittadinanza e promette: «lo ius soli sarà approvato prima della pausa estiva».

Un obiettivo però che senza fiducia, visto che sono stati presentati migliaia di emendamenti, non appare raggiungibile in tempi tanto stretti. La partita resta aperta dunque fino alla fine di luglio visto che per tutta la prossima settimana il Senato sarà impegnato su altri fronti.

Certo è che M5s e soprattuto Lega sono pronti a salire sulle barricate. «Lo ius soli entro l'estate secondo il Pd? Rappresenta il suicidio assistito da Renzi del governo Gentiloni e del Pd, ma purtroppo anche del Paese - attacca il vicepresidente del Senato, il leghista Roberto Calderoli- Questi pazzi vorrebbero regalare la cittadinanza.

Sono pronto a vendere l'anima al demonio pur di fermarli».

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