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Ivanka come Hillary: "Usò la posta personale per email governative"

Nel 2016 Donald sfruttò la stessa accusa contro la rivale. Un giudice blocca la legge sui migranti

Ivanka come Hillary: "Usò la posta personale per email governative"

New York - L'email-gate rischia di trasformarsi in un boomerang per la Casa Bianca. Durante la campagna elettorale del 2016 la questione delle email di Hillary Clinton è stata una delle armi principali usate da Donald Trump contro la candidata democratica, ma adesso una vicenda simile mette in imbarazzo il presidente americano. Nel mirino c'è Ivanka Trump, figlia prediletta e consigliera del tycoon, che come rivelato dal Washington Post lo scorso anno ha utilizzato un account privato per spedire centinaia di messaggi su affari governativi. Il caso non è clamoroso come quello della Clinton, che usò un server privato installato nella sua residenza di Chappaqua, a nord di New York, mentre era segretario di Stato. Tuttavia, secondo il quotidiano, la first daugther ha violato le norme federali che vietano l'uso di indirizzi personali di posta elettronica per chi ha incarichi di governo.

Ivanka ha inviato centinaia di email dal suo account personale a suoi assistenti, membri dello staff di Pennsylvania Avenue e altri funzionari dell'amministrazione, molte delle quali trattavano di questioni governative. A scoprirlo è stato un gruppo chiamato American Oversight, che aveva richiesto alcuni dati in base al Freedom of Information Act. La figlia del presidente si è giustificata affermando che all'epoca non conosceva bene alcuni dettagli delle regole, assicurando però che nessuna informazione segreta è passata per l'account personale suo e di suo marito Jared Kushner. «Ivanka Trump a volte ha usato il suo account personale, quasi sempre per questioni logistiche o programmi riguardanti la famiglia», ha affermato il portavoce del suo legale, Peter Mirijanian, precisando che tutti i messaggi sono stati consegnati alle autorità competenti mesi fa affinché venissero archiviati permanentemente con gli altri documenti della Casa Bianca. «La signora Trump - ha aggiunto Mirijanian - non ha creato un server privato nella sua casa o ufficio, l'account non è stato mai trasferito alla Trump Organization e nessun messaggio è stato cancellato». A differenza di quanto accaduto con Hillary. Tuttavia i democratici del Committee on Oversight and Government Reform, la principale commissione investigativa della Camera, dove ora hanno la maggioranza, intendono esaminare l'uso dell'account privato da parte di Ivanka. Una fonte dem ha riferito al giornale The Hill che la commissione «intende continuare la sua indagine sulla registrazione degli atti presidenziali e federali e vuole sapere se la first daughter ha rispettato la legge». Al di là della legge, comunque, si tratta di un brutto scivolone per la figlia di The Donald, alla luce della campagna del padre che ha accusato la Clinton di aver messo a rischio la sicurezza del Paese, mentre i suoi fan hanno coniato lo slogan lock her up, arrestatela.

Intanto un'altra grana per Trump arriva sul fronte dell'immigrazione. Mentre a Tijuana si stanno ingrossando le fila della carovana di migranti giunti al confine tra Messico e Usa, un giudice federale ha bloccato il provvedimento con cui l'amministrazione Usa limitava fortemente il diritto d'asilo, vietando a tutti gli immigrati che entravano illegalmente nel Paese di fare domanda. La sentenza della corte di San Francisco, che si applica a livello nazionale, fissa un blocco temporaneo e, se sarà impugnata dall'amministrazione, tra gli scenari c'è anche quello che si arrivi davanti alla Corte Suprema.

Nel frattempo, tuttavia, esultano le associazioni per i diritti civili che avevano fatto ricorso contro il decreto del presidente.

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