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«Jihadisti sui barconi per l'Italia» E due terroristi sono già a Roma

Sono libici, c'è un identikit, ma i carabinieri frenano: li cercano nella capitale. Conferme all'allarme del «Giornale» sugli infiltrati profughi. E a Londra arrestata sospetta miliziana

«Jihadisti sui barconi per l'Italia» E due terroristi sono già a Roma

RomaDue presunti terroristi libici sarebbero nascosti nel centro di Roma, forse tra il quartiere Esquilino e Pigneto. Ieri ne ha dato notizia l' Espresso che ha pubblicato anche il loro identikit . I presunti estremisti - considerati «soggetti islamici pericolosi, sospettati di terrorismo» - sono ricercati da qualche giorno. La loro presenza sarebbe stata scoperta in seguito al tentativo dei due di procurarsi dei giubbotti anti-proiettili. I militari hanno ordini precisi: «Caso rintraccio fermarli con le dovute precauzioni, perquisirli sul posto e accompagnarli in caserma, informandone subito il comandante». Monitorati 50 libici. L'allerta è globale. Nella tarda serata di ieri una donna di 25 anni di Birmingham è stata arrestata all'aeroporto londinese di Heathrow con l'accusa di terrorismo. Era appena scesa da un volo proveniente dalla Turchia, insieme a un bambino di un anno che sembrerebbe essere il figlio. Gli investigatori ritengono che la donna provenga dalla Siria.

Le ipotesi del «Giornale» hanno trovato delle conferme: il grido d'allarme giunge dai media inglesi, ma è nato al Cairo; a lanciarlo è stato l'ambasciatore egiziano in Gran Bretagna. «C'è il rischio che barconi pieni di terroristi» arrivino sulle coste italiane. Lo sottolinea Nasser Kamel. È necessario - dice il diplomatico - agire il prima possibile per frenare l'avanzata dell'Isis in Libia. Ed a conferma della sua previsione porta la distanza dalle coste libiche da quelle nazionali. «Sirte - ricorda - è a soli 300 chilometri dall'Italia».

Quella dei terroristi infiltrati nei barconi, è un'ipotesi di scuola sulla quale da tempo indagano i nostri servizi e le forze di sicurezza. Secondo il nostro intelligence è possibile che un terrorista utilizzi le traversate dalla Libia per spostarsi in Europa, ma non c'è alcuna evidenza che ciò sia finora avvenuto, sebbene la notizia dei due libici a Roma apra forse nuovi scenari (e intanto il mondo delle crociere per questioni di sicurezza ha cambiato itinerari: «Già dalla primavera araba», dicono). «Se un terrorista volesse colpire in Europa - si ragiona - perché dovrebbe spostarsi sui barconi col rischio di affondare e comunque affrontare i controlli?». Le stesse fonti di sicurezza ricordano che tra le migliaia di persone sbarcate in Italia negli ultimi mesi, molti profughi provengono da aree di conflitto come Siria, Iraq, Somalia. Fra tanti in fuga, potrebbe esserci qualcuno indottrinato alla jihad , che arriva con intenzioni ostili verso l'Occidente: potrebbe essere proprio estremisti ora nella capitale, la loro modalità di arrivo sarà tutta da verificare. Fonti di sicurezza fanno notare però come gli ultimi attentati avvenuti in Europa, da Parigi a Copenaghen, siano stati portati a termine da cittadini con passaporto Ue, non da immigrati.

L'avanzata dell'Isis in Libia e l' escalation di sbarchi pone tuttavia nuovi interrogativi. Soprattutto alla luce delle dichiarazioni dell'ambasciatore egiziano a Londra. Il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi, l'altro giorno aveva parlato di «rischio concreto» che «possibili terroristi, anche non coordinati tra loro, si nascondano sui barconi in partenza». Lo stesso presidente della commissione bicamerale di controllo sui servizi segreti, aveva ricordato che «fino ad ora, vista la situazione delicata, ogni soggetto che arriva viene controllato in modo approfondito. Mi chiedo però, con molta preoccupazione, come si possano garantire controlli adeguati nel caso di arrivi in massa, magari 10.000 in un giorno». La soluzione, radicale, la suggerisce Luca Zaia, presidente leghista (come Stucchi) della Regione Veneto. Secondo Zaia, è necessario bloccare il flusso dei barconi. E ricorda il caso dei 39 immigrati arrivati a Treviso «ed invitati a disperdersi.

Come a dire - sottolinea Zaia - andate dove vi pare a fare quel che vi pare».

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