Politica

Jolly Nero, pene lievi. Ira dei parenti

Morirono 9 persone: 10 anni al comandante. In aula il grido: «Assassini»

Nadia Muratore

«Assassini, assassini. Avete ammazzato 9 persone, non finisce qui».

Sono queste le parole che hanno gridato in aula, subito dopo la lettura della sentenza, i familiari di alcune delle vittime, morte nell'incidente della Jolly Nero, il cargo della compagnia Messina che alle 23:05 del 7 maggio 2013, durante la manovra di uscita dal porto di Genova con direzione Napoli, urtò e abbatté la Torre Piloti, provocando nove morti.

A poco più di 4 anni di distanza dai fatti, è arrivata la prima sentenza e le condanne sono state dimezzate rispetto alle richieste dell'accusa. È stato assolto Giampaolo Olmetti delegato della società Messina per l'armamento del cargo Jolly Nero, per il quale erano stati chiesti dalla procura 17 anni. Assolta anche il terzo ufficiale Cristina Vaccaro, mentre sono stati condannati il comandante della Jolly Roberto Paoloni a 10 anni e 4 mesi. Per lui, durante la requisitoria, il pm aveva chiesto 20 anni e 7 mesi. Il primo ufficiale Lorenzo Repetto a 8 anni e 6 mesi, poi il direttore macchine Franco Giammoro 7 anni, il pilota del porto Antonio Anfossi a 4 anni. Il giudice Silvia Carpanini, ha condannato i responsabili della manovra che portò la Jolly Nero a schiantarsi sulla banchina e a demolire la Torre Piloti, ma ritiene che non ci siano prove sufficienti per collegare le morti della Torre Piloti alle omissioni su incidenti simili avvenuti in precedenza. Per questo sono stati assolti, per insufficienza di prove, il manager e la compagnia, quest'ultima condannata solo a una parte del risarcimento chiesto dal pm. La stessa società è stata ritenuta responsabile del solo illecito amministrativo ed è stata applicata una sanzione di un miliardo e 50 mila euro. Immediatamente è scoppiata la rabbia dei familiari delle vittime che si trovavano in aula: «È una vergogna», hanno ripetutamente urlato. Le accuse dei parenti delle vittime erano rivolte soprattutto al pilota del porto, Antonio Anfossi, condannato a 4 anni: il marittimo, uno degli imputati presente in aula, si è allontanato inseguito dai familiari trattenuti dai loro avvocati.

«I veri responsabili, Olmetti e i Messina, sono stati il primo assolto e i secondi puniti con una multa. Paoloni è un mascalzone», ha detto Adele Chiello, madre di Giuseppe Tusa, uno dei militari della capitaneria morti nel crollo della Torre.

«Ho creduto nella magistratura - ha proseguito - ma sono delusa. Il pm ha lavorato bene, ma non ci siamo. Bisogna far uscire la melma dal porto di Genova».

Ai parenti e familiari delle nove vittime e dei feriti sono state concesse provvisionali per quasi sei milioni di euro. Oltre ai familiari sono state riconosciute provvisionali per cinque milioni di euro al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, sei milioni e 500 mila euro per il ministero della Difesa, e tre milioni di euro per il ministero dell'Economia.

«Aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza - ha detto il pm Walter Cotugno - per capire in cosa il giudice ci ha dato ragione e in cosa ci ha dato torto».

Durante la requisitoria il pubblico ministero aveva chiesto 20 anni e 7 mesi per Paoloni, 17 anni per Olmetti, 10 anni e 6 mesi per Anfossi, Giammoro e Repetto, 8 mesi per Vaccaro.

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