Politica

Juncker "giura amore" all'Italia Ma detta due condizioni a Conte

Il presidente della Commissione chiede meno deficit e "patto politico" filoeuropeo. "E basta attacchi dai vicepremier"

Juncker "giura amore" all'Italia Ma detta due condizioni a Conte

"Ti amo Italia", dice oggi Jean-Claude Juncker arrivando al vertice Ue che darà il via ufficiale alla Brexit a chi gli chiedeva un commento alla cena di ieri sera con Giuseppe Conte.

"Non siamo in guerra con l'Italia", ha ribadito il presidente della Commissione Ue parlando della manovra italiana, "Abbiamo avuto un incontro vivace e interessante ieri sera con il presidente Conte, abbiamo deciso di restare in un dialogo permanente per restringere le distanze che esistono tra la Commissione e l'Italia".

Dal canto suo il premier italiano ha portato a Bruxelles un fascicolo intitolato "Un nuovo percorso per un futuro migliore. La nuova strategia italiana per la crescita sociale ed economica". "Abbiamo parlato di questo e di come in cinque mesi abbiamo rivoluzionato il paese e continueremo a farlo", ha detto Giuseppe Conte ai giornalisti.

Ma - rivela Repubblica - l'incontro di ieri sera è stato tutt'altro che cordiale. "Su queste basi, Giuseppe, inutile iniziare a trattare. Così nulla potrà evitare una manovra correttiva pesante", avrebbe detto Juncker sfogliando il dossier italiano. Il diktat Ue resta lo stesso: abbassare il deficit sotto il 2,4% del pil.

"Ma di quanta riduzione del deficit avrebbe bisogno la Commissione per evitare la procedura? Perché potrei parlarne con le forze politiche che sostengono il governo...", avrebbe quindi chiesto Conte sondando il terreno. "Potrebbero bastare tra i sei e i sette miliardi, pari allo 0,3-0,4% di deficit in meno rispetto al 2,4%", avrebbe ribattuto Juncker. Dando anche altre due condizioni: che il premier si faccia garante di un "patto politico" che porti il governo ad essere più filoeuropeo e che non ci siano più attacchi all'Europa da Di Maio e Salvini.

Per Conte si apre quindi un nuovo fronte, quello interno. Questa sera in un nuovo vertice a Palazzo Chigi riporterà le richieste dell'Ue ai suoi vice. Che al momento non sembrano affatto propensi ad accettare un passo indietro - nemmeno minimo - sulle riforme centrali della manovra, come pensioni e reddito di cittadinanza.

Al momento sul piatto ci sono al massimo quattro milardi da spostare in misure per la crescita. "Ma senza toccare il 2,4% del deficit", hanno imposto Lega e Cinque Stelle.

Riuscirà Conte a mediare tra Commissione e vicepremier? O quantomeno a strappare - come spera - un avvio della procedura di infrazione ritardato di sei mesi per permettere così alla manovra di avere almeno in parte gli effetti sperati sulla crescita.

Commenti