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Kavanaugh, l'ora del giudizio. Il via libera si gioca sul filo

I repubblicani dovrebbero avere due voti di vantaggio. Il giudice scrive: "Sarò indipendente e imparziale"

Kavanaugh, l'ora del giudizio. Il via libera si gioca sul filo

Brett Kavanaugh è a un passo dalla conferma come giudice della Corte Suprema Usa. Il pupillo del presidente Donald Trump ha incassato il via libera del Senato nel voto procedurale, e per oggi è atteso quello finale. La mozione è stata approvata con 51 a favore e 49 contrari: i repubblicani hanno perso il voto di Lisa Murkowski, ma hanno incassato quello del democratico Joe Manchin. E nel voto finale il Grand Old Party, che controlla la maggioranza per 51 a 49, può permettersi di perdere un solo voto. «Sono molto orgoglioso», ha scritto su Twitter il tycoon, esultando per l'approvazione della mozione di chiusura del dibattito sulla nomina.

A Capitol Hill tutta l'attenzione è puntata sui quattro senatori chiave - gli indecisi - tre repubblicani e un democratico. Dalla loro scelta dipende il destino del magistrato, ma dipendono anche gli equilibri politici della Corte per i prossimi decenni, che saranno spostati a destra in caso di esito affermativo. In un rush finale al cardiopalma, la senatrice del Maine Susan Collins ha annunciato ieri pomeriggio il suo «sì», spianando la strada alla conferma di Kavanaugh. Collins ha motivato lungamente la sua decisione, dicendo che non si può abbandonare il principio della presunzione di innocenza ed equità. La senatrice dell'Alaska Murkovski invece non ha ancora sciolto le riserve, ma dovrebbe confermare la sua opposizione. «Penso sia un brav'uomo ma non l'uomo migliore per la Corte in questi tempi - ha commentato -. È il momento di pensare alla credibilità e all'integrità delle nostre istituzioni». Murkovski ha già dimostrato più volte la sua indipendenza da Trump, visto che fu suo uno dei tre voti che affondarono l'abrogazione dell'Obamacare. Mentre il collega dell'Arizona Jeff Flake voterà a favore: «Intendo votare «sì», a meno che non ci sia qualche grande cambiamento» ha dichiarato il senatore, che aveva chiesto il rinvio della conferma per consentire un'indagine dell'Fbi sulle accuse di aggressione sessuale nei confronti del giudice. Il democratico Manchin, in corsa per la rielezione nello stato «rosso» del West Virginia, ha dato il suo via libera alla chiusura del dibattito, ma ciò non significa che voterà «sì» per la conferma. Poi c'è il repubblicano Steve Daines, che intende partecipare oggi al matrimonio della figlia in Montana: se diventasse indispensabile, la votazione potrebbe essere spostata in serata o a domani. In caso di parità - 50 a 50 - sarà decisivo il voto del vice presidente Mike Pence, il quale si è schierato a favore. «Kavanaugh ha passato una vita nel servizio pubblico - ha ribadito su Twitter - È uno dei magistrati più qualificati che siano mai stati nominati nella più alta Corte del paese». E il leader della maggioranza Gop al Senato, Mitch McConnell, ha spiegato da parte sua: «confermandolo lanciamo anche un messaggio al paese, ossia che il principio della presunzione di innocenza è sacrosanto».

Intanto lo stesso Kavanaugh è intervenuto in un editoriale sul Wall Street Journal per ribadire il suo impegno a essere un giudice «indipendente e imparziale», e spiegando i toni eccessivi usati nella testimonianza con la «soverchiante frustrazione di essere accusato ingiustamente e senza prove di una condotta orribile, completamente contraria ai miei precedenti e al mio carattere». «Le mie dichiarazioni e risposte hanno riflesso la mia profonda sofferenza per la scorrettezza con cui queste accuse sono state gestite», ha aggiunto, ammettendo di essere stato «molto emotivo, più di quanto non lo sia mai stato». «So che il mio tono è stato pungente, e ho detto cose che non avrei dovuto dire - ha precisato -. Spero che tutti possano capire che ero lì come figlio, marito e padre.

Ho testimoniato con cinque persone nella mia mente, mia madre, mio padre, mia moglie e soprattutto le mie figlie».

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