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L'abbraccio dei vertici di Cl al Pd. Ma la base adesso guarda a Parisi

I big schierati per il Sì alle riforme. Le divisioni sui temi etici

L'abbraccio dei vertici di Cl al Pd. Ma la base adesso guarda a Parisi

nostro inviato a Rimini

Da che parte sta Cl? Sotto il manto della neutralità, per cui «il voto è un fatto personale e di coscienza e Cl non si identifica in nessun schieramento» come ripete Giorgio Vittadini, guida politica del movimento, e come insegna don Juliàn Carròn, presidente di Cl e grande fautore del «disimpegno politico» ciellino dopo anni di eccessiva compromissione coi partiti («Non esistono politici di Comunione e liberazione, questa cosa prima si chiarisce meglio è» spiegò il teologo spagnolo a Repubblica), la metamorfosi ciellina dall'orbita del centrodestra a quella del Pd è ormai cosa fatta. Vittadini chiuse la scorsa edizione del Meeting annunciando che «Cl non è più un movimento di centrodestra, il Pd da tempo non è più un partito non votabile», ora le parole si sono fatte più felpate ma la linea resta quella.

Sul referendum non ci si sbilancia, «non ci schieriamo» assicura Emilia Guarnieri presidente del Meeting di Rimini, ma non è un mistero che i vertici propendano per il Sì: la riforma «semplifica le decisioni pubbliche» dice Vittadini, mentre Bernhard Scholz capo della Compagnia delle opere, ha già elogiato il governo Renzi perché «sta facendo finalmente le riforme». La Boschi sarà ospite settimana prossima, insieme ad un costituzionalista scettico (Casavola) e ad uno simpatizzante come Cassese, coordinati dal professor Andrea Simoncini, docente di diritto costituzionale a Firenze, considerato molto vicino al Giglio magico. Non proprio un ring che possa mettere in difficoltà la titolare delle Riforme, che vedrà altri colleghi di governo ospiti della kermesse ciellina: Alfano, Gentiloni, Lorenzin, il sottosegretario Toccafondi.

I costituzionalisti di Cl, dallo stesso Simoncini a Lorenza Violini fino a Marta Cartabia vicepresidente della Consulta molto amica di Carròn, sono accreditati come sostenitori del Sì. Non sarà poi un caso se il Meeting ha chiesto di curare la mostra sui 70 anni della Repubblica italiana a Luciano Violante, fervente sponsor della riforma costituzionale. L'ex presidente della Camera, ieri in prima fila da Mattarella, è diventato uno stimato consigliere dei vertici di Cl. L'establishment piddino a cui guardano i dirigenti ciellini in cerca di nuovi riferimenti politici, che riporta più ancora che a Renzi a Giorgio Napolitano, l'ex capo dello Stato ospite a Rimini nel 2011 e poi ancora nel 2013 (con un messaggio). Fu proprio Napolitano, dopo averla conosciuta al Meeting, a scegliere la Cartabia come nuovo giudice della Corte costituzionale. Mentre negli incontri per presentare il nuovo libro di Carròn in giro per l'Italia, si trovano molti nomi di quella stessa galassia di sinistra: da Tiziano Treu, al vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, al manager Pietro Modiano (marito della piddina Barbara Pollastrini), al sindaco Pd di Siena Bruno Valentini, persino l'ex comunista Fausto Bertinotti.

Messo da parte Giancarlo Cesana, ex braccio destro di don Giussani, considerato troppo legato alla stagione della Cl filo-centrodestra (peggio, filo-berlusconiana) che va invece archiviata, tra le figure emergenti della nuova Cl «progressista» c'è proprio Simoncini, membro del consiglio di presidenza di Cl, di fatto il numero tre. Il costituzionalista ciellino ha ottimi rapporti col potere fiorentino, divenuto potere nazionale. È stato nel consiglio del Maggio musicale, ha una poltrona in Ente Cassa Risparmio di Firenze, la fondazione bancaria partecipata dal Comune guidato dal renziano Dario Nardella, a cui Simocini è da tempo legato (si parlò anche di un assessorato per lui nella nuova giunta), e dove siede anche Marco Carrai, lo storico braccio destro finanziario di Matteo Renzi, ospite del Meeting l'anno scorso (insieme al premier) invitato proprio dall'amico Simoncini.

Ma se i vertici cl si sono riposizionati, non è scontato che la base ciellina segua la stessa torsione. La fugace scommessa su Ncd, dove erano confluiti gli storici esponenti del movimento da Lupi a Vignali a Formigoni (che, si sussurra, non è stato neppure invitato), non ha portato grandi frutti. Ma una parte del movimento, quella più legata alle battaglie storiche come la famiglia, l'aborto, le unioni gay, la fecondazione artificiale (su cui il Pd è agli antipodi) continua a guardare verso destra. Al progetto di Parisi, per esempio, nelle cui liste è stato eletto a Milano Luigi Amicone, ciellino doc, direttore del settimanale Tempi, voce dell'anima dissidente (anche per il No al referendum) rispetto al «cerchio magico» ciellino dialogante col Pd.

Dissidente, ma forse non così minoritaria nella base Cl. PBrac

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