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L'abito come una nuvola Ed è sempre più corto

Le donne aggressivamente moderne di Armani Il maglione norvegese con cristalli della Ferretti

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Parigi La donna nuvola del Privè di Giorgio Armani arriva sulle note misteriose di Evengelos Odysséas Papathanassiou, in arte Vangelis. La musica elettronica del mitico greco premio Oscar per la colonna sonora di Momenti di Gloria e poi autore anche di quelle per Blade Runner e Missing, è perfetta con questa emozionante collezione in cui la visione del cielo diventa alta moda ma non è tanto romantica quanto aggressivamente moderna. «Merito del duro lavoro su forme e proporzioni» spiega Armani poco prima di far sfilare 64 capolavori di alta moda che spesso scoprono le gambe come chiedono a gran voce le nuove clienti cinesi, quasi sempre dotate di belle estremità non tanto lunghe quanto sottili e nervose. Su questi speciali «compassi» con cui le donne misurano il mondo, Re Giorgio costruisce le sue più oniriche linee. C'è l'abito nuvoletta sotto cui spuntano dei superbi short interamente ricamati. Un magnifico bustier scende liscio e lineare fin sotto i fianchi dove comincia un sontuoso drappeggio in sbieco che in qualche modo evoca i «cirri di porpora e d'oro» del Pascoli.

Arrivano poi i nembi, ovvero le nubi minacciose e scure che si spostano velocemente nel cielo prima dei temporali. Le proporzioni più nuove sono date da uno studio prospettico dei cumuli: sotto pantaloni trasparenti tutti ricamati a microcristalli, sopra una gonna dritta alla caviglia coperta di paillettes iridescenti e al posto del top una tunica senza maniche che davvero vola. Tutti i capi sono stampati con un esclusivo disegno di nuvola realizzato dallo stilista-imprenditore e poi colorato con lo stesso trasformismo cromatico del cielo. Il grigio sfuma così nel verde, nel celeste e nel rosa virando poi sui mille toni infuocati del tramonto. A questo punto entrano in scena ricami di cristalli, plissettature d'ogni tipo e di nuovo quelle paillette che sembrano le gocce d'acqua di cui sono fatte le nuvole. «Sto delle ore a guardarle confessa Armani lavoro così tanto che a volte sono l'unica cosa che posso concedermi di vedere». Da qui a parlare della quantità di collezioni fatte ogni anno il passo è breve (noi ne abbiamo contate una quarantina, lui cita «solo» le 10 che sfilano) e poi si passa a discutere di nuovi progetti (uno top secret in un paese dove non si sa neppure se esistono voli di linea) e della mistica dell'alta moda radicalmente cambiata perfino per lui. Non è l'unico a registrare nuove tensioni e desideri nel rarefatto mondo della couture. Infatti anche stavolta il calendario è stato arricchito da marchi che presentano le precollezioni (tra questi Hérmes che ha fatto una sfilata a porte chiuse sullo storico tema equestre) oltre agli americani come Proenza Schouler che anticipano di un mese abbondante la stagione del prét-à- porter. Poi ci sono le limited edition e tra queste la più bella è quella di Alberta Ferretti che nel suo show room parigino ha presentato alle sole clienti 18 pezzi di demì couture. Tra questi c'è una specie di maglione norvegese tutto ricamato a paillette e cristalli, il bomber di velluto con collo in marabu e alcuni abiti da sera con i magici sbiechi ferrettiani sottolineati da preziosi ricami ispirati dalla natura. Bravissimo anche Olivier Rusteing che in un colpo solo ha mostrato il nuovo quartier generale di Balmain a due passi dalla Madeleine e una minicollezione di alta sartoria chiamata 44 François I in omaggio al vecchio indirizzo dell'atelier della maison. Si torna alla couture vera e propria con Rami Kadi, libanese di 31 anni che decora le pompose gonne delle dive anni '50 e i veli degli abiti da sposa con hashtag ricamati in paillette che dicono #provokemetoo oppure #theworldisours. Come se questo non bastasse trasforma una semplice felpa da jogging in un sontuoso anorak da sera con applicazioni di perle e scaglie di mafreperla mentre lo sportivissimo piumino matelassè è imbottito in lana di vetro. Giovanni Bedin, talentuoso designer veneto in forze fino a qualche anno fa da Worth, torna sulla scena con una capsule dedicata a uno solo pezzo del guardaroba. La maglia a righe dei gondolieri che in Francia diventa la maglietta dei marinai bretoni viene così trasformata in miniabito a bustier, meravigliosamente ricamata da Lesage, riveduta e corretta secondo la logica delle colonne di Palladio. Pochi pezzi.

Ma ottimi.

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